ASCOLI PICENO – Nella Sala della Vittoria della Pinacoteca, come ormai tradizione, si è tenuta la manifestazione finale per la proclamazione dei vincitori della 21° edizione del Premio intitolato al M° Mimmo Cagnucci. Di fronte ad un folto pubblico, dopo aver ricordato i compianti Peppino Cagnucci, Piero Saldari e Renzo Roiati, la Corale Polifonica Cento Torri sotto la direzione della M° Maria Regina Azzara ed accompagnati al piano da Lorella Azzara, ha eseguito tre dei famosi brani composti da Mimmo e poi, con l’aiuto del presidente del Lion’s Urbs Turrita Cristina Calvaresi, dell’assessore Silvestri, della consigliera provinciale Valentina Bellini e della direttrice del Centro locale di Formazione Fiorenza Pizi, sono iniziate le premiazioni.
I VINCITORI – Prima della proclamazione dei primi classificati, il Coro bolognese “Armonici senza fili” diretto dal M° Marco Cavazza ha eseguito brani popolari emiliani e sono stati consegnati ai vincitori delle due sezioni i lavori in ceramica eseguiti dal corso di ceramica tenuto da Vermiglia Spalazzi e organizzato dalla L.I.L.T. di Ascoli piceno e dal reparto oncologico dell’ospedale Mazzoni. Sez. A Poesia: 1° Classificato “Chi si loda si sbroda” di Anna Speranza Panichi, in questa poesia si evince la vanità di chi si loda e poi si “sbroda”. Il tutto attraverso una facile e corretta scrittura dialettale. 2° Classificato “Sora primavera” di Stanislao Aleandri. Poesia di gradevole lettura con, nel contesto, il risveglio della natura che dà il benvenuto alla primavera. 3° Classificato “La gneranza: la pègge malatìa” di Giuseppe Scarpellini. Una ironica e spiritosa poesia quasi un resoconto di una serata culturale ascolana.
Sez. B Prosa: 1° Classificato “Li nnummera a lu cuntrarie” di Amedeo e Giorgio Olori, simpatica commedia, piacevole da leggere e soprattutto da interpretare. Originale e con bei colpi di scena. 2° Classificato “È Benito, lu caccenitte nire” di Tita Mosca, il rapporto tra un essere umano ed un animale è reso molto bene in un racconto piacevole e molto commovente. 3° Classificato “Flora, la carvenara” di William Scalabroni, bel racconto di una Italia che esisteva diversi anni fa e che mostra personaggi e usanze del passato. Menzione speciale. “’Nu racime d’uva” di Nazzareno Allevi, attraverso l’animazione di un grappolo d’uva si possono rivedere aspetti del carattere umano in un racconto simpatico ed originale.