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ASCOLI PICENO – Sabato 2 maggio il sogno della parrocchia di San Gennaro di Folignano e della comunità folignanese tutta si è avverato. Il gemellaggio tra la parrocchia e l’arcidiocesi di Napoli, firmato nel 2001 e alimentato con costanza da don Carlo Lupi, è stato esteso all’intera diocesi di Ascoli Piceno con un atto formale sottoscritto tra l’arcivescovo di Napoli card. Crescenzio Sepe e il vescovo di Ascoli Mons. Giovanni d’Ercole, firmato in calce anche dalle autorità civili rappresentate per il comune di Folignano da Rita Cosmi e Chiara Occhionero e per il comune di Ascoli da Luca Cappelli e Simone Matteucci.

IL GEMELLAGGIO – Si è trattato di un gemellaggio-pellegrinaggio vissuto con crescente emozione dai circa 60 ascolani presenti, molti di loro coinvolti dall’associazione “Sant’Emidio nel mondo”, accolti con onore nelle sale dell’arcidiocesi di Napoli e invitati a ratificare lo storico protocollo con l’apposizione delle loro firme su di un foglio che rimarrà conservato agli atti. Le radici del gemellaggio affondano nell’intuizione dei parrocchiani di Folignano che nel 2000, anno del grande Giubileo, hanno voluto riscoprire le origini della loro fede, concretamente manifestata nella devozione a San Gennaro, ricercando un legame spirituale e di amicizia con la città che massimamente lo venera, Napoli. La grande città partenopea non ha esitato a considerare gemella la “piccola” Folignano e gli scambi si sono succeduti dal 2001 ad oggi senza interruzione. Questa reciproca conoscenza ha portato alla luce il tassello che ha potuto permettere l’estensione del gemellaggio all’intera diocesi di Ascoli: Sant’Emidio è uno dei compatroni di Napoli, venerato dal secolo XVIII in poi, quando i napoletani invocarono ed ottennero la sua protezione durante un terribile terremoto. Il suo mezzobusto d’argento è conservato nel museo del tesoro di San Gennaro.

IL PROTOCOLLO – Redatto dall’avvocato Sergio Spurio e concordato tra le parti, ricorda le comuni radici spirituali di entrambe le realtà impegnando, tra l’altro, le diocesi a favorire la conoscenza spirituale reciproca dei Santi Patroni, a garantire una propria rappresentanza significativa nelle celebrazioni liturgiche annuali del 5 agosto e del 19 settembre nonché l’accoglienza di pellegrini e testimonianze religiose. La giornata napoletana per gli ascolani è poi proseguita con la partecipazione alla tradizionale processione di Maggio (o Processione delle Statue) che dà inizio, ogni primo sabato di maggio, ai festeggiamenti che la città di Napoli tributa al suo santo e che registra puntualmente il prodigio della liquefazione del sangue del martire. Il prodigio si è ripetuto tra le mani del cardinale Sepe e sotto lo sguardo del vescovo d’Ercole al suo fianco. La processione, che ricorda la traslazione delle ossa di San Gennaro dal Cimitero posto nell’Agro Marciano, nel territorio di Fuorigrotta, alle Catacombe di Capodimonte, partita dal duomo di Napoli è giunta alla basilica di Santa Chiara per la tradizionale messa. Il vescovo D’Ercole, nel suo intervento, ha definito se stesso e il cardinale Sepe umili successori di Emidio e Gennaro entrambi giovani, vescovi e martiri vissuti nei primi anni del 300 d.C. invitando le migliaia di fedeli presenti a riflettere sulla bellezza della successione apostolica, vero mistero di fede della Chiesa cattolica. Durante la messa, inoltre, la presenza della delegazione ascolana è stata più volte ricordata dal cardinale napoletano che si è definito con piacere gemello della nostra diocesi auspicando di visitarla al più presto.

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