ASCOLI PICENO – I dipendenti della Prysmian vogliono risposte concrete. Non ci stanno ad aspettare ancora soluzioni che stentano ad arrivare. Lo hanno ribadito nel corso di una conferenza stampa, dichiarando: “Siamo nelle mani del Governo, in questo momento l’unico che può fermare la scellerata idea e chiediamo a gran voce che venga al più presto convocato il tavolo, presente la direzione aziendale. Se tra lunedì o martedì questo non avverrà, siamo pronti a mettere in atto una protesta di cui si parlerà a lungo”.
Una reazione che è la naturale conseguenza di un’attesa che rischia di far cadere nel vuoto le speranze dei lavoratori che da mesi presidiano lo stabilimento, e che finora hanno ricevuto molta comprensione e sostegno ma poche vere certezze. Qualche giorno fa, inoltre, l’amministratore delegato della Prysmian, Valerio Battista, ha dichiarato di rendersi disponibile a ricollocare i dipendenti ascolani in altri stabilimenti, ma i diretti interessati rimangono fermi sul “no” alla chiusura della sede ascolana.
Nella pagina facebook del presidio si legge ancora: “Non metteremo di certo in discussione lo ‘stile’ che sino ad oggi ci ha contraddistinto: la capacità di protestare in modo radicale senza, tuttavia, recare danno ai cittadini o alle nostre famiglie. Ma non accettiamo prese in giro, ritardi ‘tattici’ e invitiamo a desistere chiunque pensi che, così facendo, il Presidio si sfalderà. Noi discutiamo, ci confrontiamo anche con durezza se serve, ma presa una linea la portiamo avanti tutti insieme sino alla fine perché il 27 Febbraio abbiamo scelto, con responsabilità, di difendere la causa del lavoro e la storia industriale del nostro territorio. Siamo pronti ad azioni clamorose. Chiediamo alla politica di utilizzare tutte le armi a propria disposizione per incentivare la Prysmian a tornare indietro rispetto alle recenti dichiarazioni e di avviare immediatamente un secondo tavolo di confronto al Mise”.