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ASCOLI PICENO – “Sulla vertenza Prysmian è necessario alzare il livello della mobilitazione generale, da parte delle maestranze, delle forze sociali e di tutti i cittadini di Ascoli”. Lo afferma Andrea Quaglietti, segretario regionale dell’Usb, alla luce delle nuove prospettive di evoluzione della vicenda dell’azienda di cavi e sistemi per la comunicazione. Quaglietti guarda a quanto fatto finora: i vertici Prysmian che hanno dichiarato di voler chiudere il sito di Ascoli e i rinvii degli incontri del tavolo istituzionale Mise. “Ciò fa comprendere – dice il segretario – come la situazione dello stabilimento e il futuro dei suoi 120 lavoratori sia molto più a rischio di quanto noto fino ad ora. Molti amministratori e forze sociali negli ultimi due mesi si sono strappate le vesti e promesso chissà quali interventi, ma la realtà è un altra, perché quello che si delinea chiaramente è un abbandono del sito industriale con ulteriori danni al tessuto economico e occupazionale del Piceno”.

NECESSARIA UNA NUOVA PROTESTA – Per il segretario Usb “occorre finirla con le passerelle dei politici e degli amministratori locali, ed invece è urgente rilanciare la mobilitazione sia da parte delle maestranze Prysmian che stanno pagando di tasca propria lo sciopero e la lotta, sia di tutta la comunità locale. È necessario – dice Quaglietti – avviare nuove iniziative pubbliche di protesta e contrasto alle scelte che si profilano, insieme a tutta la cittadinanza di Ascoli. Non bastano più il presidio davanti ai cancelli dello stabilimento e l’attesa di decisioni risolutive che dovrebbero arrivare dall’alto”. Per Quaglietti, inoltre, “il Gruppo Prysmian, che riceverà consistenti incentivi da parte del Governo per investire nel Sud Italia, dovrebbe investire parte di quelle risorse per rilanciare e ammodernare la fabbrica di Ascoli, una fabbrica che per decenni hanno raggiunto gli obiettivi che l’azienda si prefiggeva. Basta con il buonismo che non ha prodotto nulla tranne che la visibilità per pochi”.

 

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