APPIGNANO DEL TRONTO – Problema frane all’ordine del giorno. Mentre il Piceno è alle prese con i tanti danni provocati dalle abbondanti piogge degli ultimi mesi, mercoledì 15 ci si potrà confrontare con i massimi esperti italiani di territorio e prevenzione dei disastri ambientali. Dalle ore 8:30 alle 19, infatti, è in programma un corso-convegno dal titolo Previsione e prevenzione del rischio idrogeologico, organizzato dall’Ordine dei geologi della Regione Marche, dall’Ordine degli Ingegneri e dalla fondazione ingegneri della provincia di Ascoli Piceno con il patrocinio dell’Unione Montana del Tronto e Val Fluvione e del Comune di Appignano del Tronto.
I RELATORI – Interverranno Nicola Casagli, Giovanni Gigli, Filippo Catani, Riccardo Fanti del Dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Firenze. Sono quindici i centri di eccellenza mondiali per la ricerca sulle frane, riconosciuti come tali dal Comitato per la promozione del programma internazionale sulle frane. Tre si trovano in Europa, uno in Italia, è il dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, che risulta il primo della lista per l’impegno e i risultati ottenuti nell’ambito del monitoraggio e della previsione di eventi franosi ad alto rischio.
IL PROGRAMMA – Verrà presentato il Multi Hazard Information Gateway, un sistema di monitoraggio e allerta che combina un’enorme mole di dati relativi a previsioni meteo e a livelli di precipitazioni, con informazioni acquisite da satelliti e da sensori a terra collocati nelle aree più critiche, e che ogni cinque minuti misurano gli smottamenti del suolo. Il Mig in tempo reale riesce a creare una mappatura del fenomeno attingendo dati da internet e confrontandoli con i dati storici e con le soglie di pioggia.
“il nostro è un territorio decisamente molto fragile – sottolinea la sindaca Nazzarena Agostini -, lo vediamo sempre più frequentemente, ad ogni pioggia. Appignano ha un centro di documentazione calanchi e movimenti franosi; per riempire questo luogo di contenuti, oltre a tesi di laurea, ricerche e studi, abbiamo pensato di organizzare questo convegno perché proprio da qui possa partire una formazione innovativa rivolta agli addetti ai lavori. I ricercatori dell’Università di Firenze non hanno richiesto compensi personali per questo convegno, ma solo un contributo al dipartimento di Scienze della terra per continuare nella direzione della ricerca”.