ASCOLI PICENO – La Provincia riceve i delegati del Ministero dello Sviluppo Economico e annuncia di aver sbloccato due milioni e 840 mila euro di risorse del vecchio Patto territoriale per l’agricoltura e la pesca. La notizia è di ieri e il presidente Paolo D’Erasmo ha dichiarato, inoltre, che la presenza dei rappresentanti ministeriali aveva come obiettivo la verifica per un’eventuale finanziamento da destinare – sempre con gli stessi fondi – alle infrastrutture dei Comuni facenti parte del Patto. Soldi che giacevano nelle casse del Ministero da circa quindici anni e finalmente liberati per la Provincia di Ascoli Piceno.
LA SODDISFAZIONE DI D’ERASMO – “Certamente è stato conseguito un obiettivo di grande rilevanza per il nostro territorio – ha dichiarato il presidente – recuperando risorse notevoli che costituiscono una vera e propria boccata d’ossigeno per il bilancio dell’Ente, che abbiamo voluto destinare ad investimenti strategici per le imprese di questo territorio favorendone la mobilità infrastrutturale, ma che sono assolutamente insufficienti, rappresentando appena il 10% di tutti gli interventi di manutenzione straordinaria di cui necessità la rete viaria provinciale e per i quali l’amministrazione provinciale è impegnata a trovare le risorse”.
Arriva oggi il commento di Guido Castelli. Il sindaco di Ascoli Piceno, infatti, vuole chiarire alcuni passaggi e dichiara: “Il presidente si scorda di aggiungere qualche piccolo dettaglio e cioè che a salvare dalla perenzione quei fondi, lo scorso luglio, fu il sottoscritto. All’inizio dell’estate 2014 appresi da fonti ministeriali che una somma di poco inferiore ai tre milioni giaceva nelle casse romane del dicastero a causa dell’avvenuta messa in liquidazione della società Piceno Sviluppo. Andai al Ministero e convenni con l’Ing. Martini che il Comune di Ascoli Piceno si dichiarava disponibile a curare la gestione del Patto in luogo della società in liquidazione, potendo ottenere contestualmente la disponibilità dei tre milioni che avremmo potuto utilizzare per opere infrastrutturali di interesse pubblico”.
I SOLDI PER ASCOLI – Castelli rimprovera a D’Erasmo di aver estromesso il Comune di Ascoli: “I soldi, in questo modo, sono stati salvati ma D’Erasmo già nell’ottobre scorso intervenne a ‘gamba tesa’ sulla procedura estromettendo il Comune di Ascoli Piceno e sottraendo al nostro territorio la disponibilità di una somma che, nei miei intendimenti, poteva essere destinata al completamento del polo universitario, o alla la definitiva realizzazione della pista ciclopedonale Ascoli/San Benedetto. Decisi di non polemizzare con D’Erasmo, anche perché – conoscendo le condizioni finanziarie dell’ente – ritenni preferibile mantenere un atteggiamento prudente e non farmi condizionare dal pregiudizio politico nei confronti del presidente PD. Ora le cose sono cambiate e dopo quasi sei mesi posso dire che quel primo ‘sgarbo’ ha tutte le caratteristiche per essere considerato una prima tessera di un mosaico anti – ascolano che si va componendo con sempre maggiore chiarezza”.
I DUBBI SU UN MOSAICO “ANTI-ASCOLANO” – “Mi sbaglio? – continua Castelli – Me lo auguro ma Agata Christie non sarebbe di questo avviso. Diceva infatti la scrittrice che un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. I tre milioni del patto tolti ad Ascoli, il mancato pagamento di più di due milioni di debiti verso l’Arengo, il golpe alla Start con il ritorno in organico del vecchio direttore, il veto ingiustificato sulla sesta vasca con la discriminazione di Ascoli nella distribuzione del traffico di rifiuti verso la Geta sono le evidenze più chiare che documentano il riflesso anti-ascolano di Palazzo San Filippo. Temo che D’Erasmo, se non sarà capace di cambiare rotta optando per una condotta più pragmatica, razionale ed istituzionale, rischi di portare la provincia in testa coda, o forse in bancarotta. Di questi tempi, dopo la riforma Delrio, è impossibile governare una provincia contro il capoluogo, un capoluogo che non può essere ridotto a bancomat di Palazzo San Filippo a causa degli autovelox distribuiti come tagliole sulle strade ascolane. Ecco le strade, per esempio la strada provinciale più importante, la Salaria che da giorni è interrotta con grande pregiudizio per tutti. Quell’interruzione è figlia della politica antiascolana di D’Erasmo ? Non lo so, non credo ma c’è un solo modo di dimostrarlo. Toglierla alla svelta e ridare una dimensione civile al transito lungo la Salaria. I soldi ci sono, sono proprio quei residui recuperati dal sottoscritto e requisiti da D’Erasmo. Potrebbe essere una prima tangibile risposta ai dubbi di Agata Christie”.