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ASCOLI PICENO – Continua il ciclo di incontri letterari “Follia di Guerra”, che vuole indagare la relazione tra guerra, totalitarismo e malattia psichiatrica. Dopo la presentazione del libro di Annacarla Valeriano “Ammalò di testa. Storie dal manicomio di teramo (1880 – 1931)” – recensito da Eleonora Tassoni nell’ultimo numero di Piceno33 -, è ora la volta di Matteo Petracci con “I matti del Duce. Manicomi e repressione politica nell’Italia fascista” (Donzelli ed.).

Il libro sarà presentato venerdì 20 presso la biblioteca “Ugo Toria” alle 17 (sede Isml). Dialogherà con l’autore lo storico Costantino Di Sante. Introduzione a cura di Laura Ciotti.

IL LIBRO – Dalla scheda della Donzelli: “Mania politica, schizofrenia, paranoia, isterismo, distimia, depressione. Sono queste le diagnosi che compaiono nei documenti di polizia o nelle cartelle cliniche intestate agli oppositori politici rinchiusi in manicomio negli anni del fascismo. Diagnosi più che sufficienti a motivare la segregazione per lunghi anni o per tutta la vita. Quali ragioni medico scientifiche hanno giustificato il loro internamento psichiatrico? Quali, invece, le ragioni dettate dalla politica del regime contro il dissenso e l’anticonformismo sociale? Molto si è scritto rispetto all’esperienza degli antifascisti in carcere o al confino, ma la possibilità che il regime abbia utilizzato anche l’internamento psichiatrico come strumento di repressione politica resta ancora poco indagata. Attraverso carte di polizia e giudiziarie, testimonianze e relazioni mediche e psichiatriche contenute nelle cartelle cliniche, Matteo Petracci ricostruisce i diversi percorsi che hanno condotto gli antifascisti in manicomio. Alcuni furono ricoverati d’urgenza secondo le procedure previste dalla legge del 1904 sui manicomi e gli alienati; altri vennero internati ai fini dell’osservazione psichiatrica giudiziaria o come misura di sicurezza; altri ancora furono trasferiti in manicomio quando già si trovavano in carcere e al confino. Dall’analisi degli intrecci tra ragioni politiche e ragioni di ordine medico emerge con forza il ruolo giocato dalla sovrapposizione tra scienza e politica nella segregazione di centinaia di donne e di uomini, tutti accomunati dall’essere stati schedati come oppositori del fascismo”.

La locandina dell’iniziativa.

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