ANCONA – Nel 2014 le imprese marchigiane hanno mostrato alcuni leggeri ma positivi segnali di ripresa. Una piccola crescita della propensione all’internalizzazione dei processi produttivi (+2,6% sul 2013), degli investimenti in macchinari (+2,4%) e dei tentativi di aggredire nuovi mercati, soprattutto esteri (+1,3%). È quanto emerge dal secondo aggiornamento dell’indagine F.A.R.O. LAB sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese del territorio marchigiano.
“Certo – evidenzia l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione, Marco Luchetti – l’indagine non riguarda la totalità, ma un campione di 685 imprese del territorio (in un periodo compreso tra novembre 2014 e gennaio 2015) che però offre un primo spaccato della realtà marchigiana. Si tratta certamente di tenui segnali, quasi ‘increspature d’onda’, tuttavia, considerati nel loro insieme, lasciano intravvedere una qualche inversione di tendenza nel posizionamento del sistema produttivo delle Marche”.
L’indagine “I fabbisogni professionali e formativi delle imprese marchigiane” è stata condotta nell’ambito della seconda fase del progetto F.A.R.O. LAB (promosso dall’Assessorato Lavoro, Istruzione e Formazione Professionale) e curata dal Censis nel Raggruppamento attuatore del progetto con IFOA ente capofila e Associazione Nuovi Lavori, con l’obiettivo di supportare la costituzione dell’Osservatorio Regionale sulla Formazione Continua.
I DATI – E se scende di due punti e mezzo, rispetto al 2013, la percentuale di imprese che non sembra intenzionata ad assumere nei prossimi anni, si incrementa invece di tre punti (raddoppia, quasi) la percentuale che prevede di assumere con un contratto a tempo indeterminato.
Migliora anche il tasso di competitività, con segnali positivi che vedono aumentare le imprese che puntano sulla qualità dei prodotti (+ 7%), sulla qualità delle risorse umane (+4%) ed anche gli investimenti in formazione (+1,8%). Diminuiscono le imprese che si affidano solamente al prezzo, pur restando comunque il 49% del totale. Significativo appare, inoltre, l’aumento delle imprese (+4,5%) che, rispetto al 2013, nel 2014 hanno lanciato sul mercato nuovi prodotti e/o nuovi servizi.
Per quanto riguarda le competenze richieste al personale da assumere aumenta del 7,3% il numero delle imprese che nel 2014 indicano quelle “tecniche di base legate alla produzione e lavorazione dei beni o dei servizi propri dell’azienda”; come pure cresce del 4,8% la richiesta di “competenze linguistiche”, dato probabilmente correlato alla loro maggior propensione a proiettarsi sui mercati esteri. Aumenta anche di un 3,4% la richiesta di “capacità di efficace comunicazione scritta e orale”.
Per ciò che riguarda i titoli di studio dei nuovi assunti, si registra una crescita (+3%) delle richieste di personale in possesso di qualifica professionale, come anche dei titoli di studio superiori (+1,5% di nuovi assunti in possesso del diploma di scuola secondaria superiore e +0,9% per la laurea o il post-laurea).
Con riguardo alla qualificazione professionale dell’organico, si registra, sempre a confronto con il 2013, un + 1,7% di imprese che valutano come necessaria la riqualificazione, l’aggiornamento o la riconversione professionale dei propri addetti.
Aumenta, infine, il numero di imprenditori che dichiara di aver fruito negli ultimi tre anni di qualche intervento formativo (+1,6%), mentre tale fruizione diminuisce per il personale occupato (-2,9%). In entrambi i casi, salgono i giudizi positivi circa l’utilità della formazione (69,5% nel 2014 contro 63,3% nel 2013, con un +6,2 nel caso della formazione fruita dagli imprenditori, mentre un incremento del 3,7% si registra per l’utilità percepita dagli addetti).