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ASCOLI PICENO – Gli operai della Prysmian sono lì, 24 ore su 24, a presidiare lo stabilimento che fino a una settimana fa era produttivo e funzionante. Organizzati con turni, giorno e notte, finora hanno ricevuto la solidarietà anche fuori i confini ascolani. La loro protesta, infatti, non si ferma davanti ai cancelli dell’azienda ma viaggia in rete grazie a una pagina facebook e all’hashtag twitter #PresidioPrysmian. Attraverso i social, la notizia della chiusura è arrivata agli altri dipendenti del gruppo Prysmian ed ha attirato accademici e studiosi di settore che hanno fatto sentire la loro vicinanza ai lavoratori ascolani.

LAVORATORI IN ATTESA – Ancora nessuna notizia da Roma, in particolare dal Ministero dello Sviluppo Economico, dove dovrà aprirsi un tavolo per trovare una soluzione. A confermarlo è Ubaldo Falciani della Cgil: “siamo in attesa, non sappiamo ancora niente perché pare che ci siano in corso duecento vertenze sul tavolo del Ministero”. I lavoratori e i sindacati non sanno dare un senso a questa decisione, “è semplicemente un non senso” ci dice Falciani, che continua: “lo stabilimento ascolano insieme a quello di Arco Felice è tra quelli più produttivi. Qui si faceva un prodotto specifico, cavi da applicare a pompe sommerse”.
Vederlo così, ora, fa impressione. Non passa più luce attraverso le grandi vetrate che lo contraddistinguono da altri siti industriali locali, come se fosse stato abbandonato. E in effetti dentro non è entrato più nessuno. Sempre Falciani ci dice che i vertici aziendali in questi giorni non si sono fatti vedere. Davanti ai cancelli, oggi, volti di giovani uomini, alcuni non hanno nemmeno 50 anni; con le nuove regole il periodo per usufruire degli ammortizzatori sociali si è ridotto, ciò significa che allo stato attuale la maggior parte di loro, se non riuscisse a reimpiegarsi, non arriverebbe comunque alla pensione. L’auspicio dei lavoratori è che tutti i rappresentanti istituzionali, i sindacati, Confindustria si uniscano per trovare una soluzione. “In questa azienda si è sempre lavorato, c’è un grande senso di responsabilità e di unione tra i lavoratori. Non possiamo accettare nessuna speculazione” conclude Falciani, e il riferimento è alla notizia trapelata qualche giorno secondo cui la Prysmian avrebbe ricevuto un finanziamento per lo sviluppo al Sud Italia. In realtà, purtroppo, le ragioni della chiusura non sono ancora state del tutto chiarite. In attesa di risposte, rimane lo sconcerto degli operai e la loro Resistenza.

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