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ASCOLI PICENO – Chi pensava che la crisi avesse allentato la sua morsa, dovrà ricredersi. Stamattina la notizia di un altro colpo inferto al tessuto industriale ascolano, ormai ridotto a brandelli. La Prysmian, l’azienda milanese con uno stabilimento alle porte di Ascoli Piceno – gli altri si trovano ad Arco Felice (Napoli), Merlino (Lodi), Giovinazzo (Bari), Livorno, Origgio (Varese), Quattordio (Alessandria), Pignataro Maggiore (Caserta) -, ha annunciato la volontà di chiudere il sito. Sono circa centoventi gli addetti che rischiano il proprio posto di lavoro, gli stessi che, appresa la notizia, intorno alle 13.30 di oggi si sono recati sotto la sede di Confindustria in Corso Mazzini per protestare contro i vertici aziendali in riunione.

La Prysmian è un’importante azienda leader mondiale nella produzione di cavi e sistemi ad alta tecnologia per l’energia e le telecomunicazioni ed era una delle poche che nell’ascolano non aveva chiuso i battenti sotto i colpi della crisi. Fino ad oggi. Gli operai erano in presidio davanti alla fabbrica dalle prime ore di stamattina e successivamente si sono spostati in centro per protestare contro la chiusura. Si sono registrati attimi di tensione e sono intervenute le forze dell’ordine per placare la rabbia degli operai. Attualmente dovrebbe essere in corso un’assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento. Dalle prime informazioni, il copione sembra purtroppo ripetersi, le motivazioni della chiusura sono le stesse che hanno coinvolto altre aziende del territorio: cambio di strategie industriali, costi alti, mancanza di commesse.

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