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L’AQUILA – Procede l’inchiesta Aquila Nera che lo scorso dicembre portò all’arresto di alcuni presunti terroristi di estrema destra. Si aggiunge un ulteriore tassello alla complicata ricostruzione dei fatti grazie alle dichiarazioni rilasciate da colui che è indicato come capo dell’organizzazione, l’ascolano Stefano Manni, che ieri davanti ai giudici del tribunale della libertà ha dichiarato di non aver mai voluto compiere azioni eversive e che le frasi ripetutamente scritte su facebook erano soltanto “sbruffonerie”.
Manni era di nuovo in tribunale per la discussione dell’istanza di riesame della sua scarcerazione. Ha negato la volontà di comprare armi, sottolineando che i soldi servivano per la propria famiglia. In queste ore è attesa la decisione dei giudici e si saprà se l’indagato uscirà dal carcere di Pescara.

LA VICENDA – Lo scorso dicembre furono arrestate quattordici persone appartenenti ad un gruppo che si ispirava all’ex movimento neofascista Ordine Nuovo. Le ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli indagati erano state emesse perché gli stessi facevano parte di “un’associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico e associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
L’inchiesta “Aquila Nera” andava avanti da almeno un anno e si era focalizzata sulle attività del gruppo clandestino “Avanguardia Ordinovista”, ispirato ad ideali fascisti. Da qui era emerso il nome di Stefano Manni, capo dell’organizzazione, ascolano residente a Montesilvano, in Abruzzo. Manni è un ex carabiniere, parente di Gianni Nardi, negli anni ’70 esponente di spicco di Ordine Nuovo.
Obiettivi della nuova associazione sarebbero stati magistrati, prefetture, questure, equitalia. Ciò è emerso dalle indagini effettuate anche su facebook dove i componenti dell’organizzazione erano soliti ritrovarsi e scriversi.
Tra gli arrestati, l’ideologo del nuovo movimento, il novantenne Rutilio Sermonti, che viveva a Colli del Tronto. Gli abitanti del paese lo descrivono come un vecchio strano che faceva discorsi altisonanti. Sermonti, un passato nella Repubblica Sociale di Salò e nel MSI, riceveva visite da molti nostalgici fascisti poiché padre di una nuova Costituzione basata su valori di estrema destra.
C’era anche lui al funerale di Celsio Ascenzi, morto l’anno scorso, l’ufficiale studioso di Julius Evola. A Colli del Tronto, racconta qualche abitante, si riunì un folto corteo funebre, composto da uomini venuti da tutta Italia per omaggiare l’intellettuale titolare di una biblioteca nel paese della Vallata del Tronto.

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