ANCONA – Più della metà delle aziende marchigiane assume per conoscenza. A dirlo è l’indagine Excelsior di Unioncamere Marche, condotta insieme al Ministero del Lavoro, che definisce i parametri d’assunzione: il 54,4% delle aziende lo fa per conoscenza, il 26,7% ricercando nelle banche dati aziendali, il 9,4% su segnalazione di conoscenti e il 2,9% si rivolge ai centri per l’impiego.
UNIONCAMERE – “Per scegliere i loro dipendenti – ha affermato il presidente Unioncamere Marche, Graziano Di Battista – i nostri piccoli e medi imprenditori privilegiano canali del tutto informali come il passaparola di conoscenti, fornitori o altri imprenditori anche perché non sempre i profili in uscita dal sistema formativo e dei centri per l’impiego coincidono con le esigenze delle imprese. In questo contesto il sistema camerale, già fortemente impegnato sul fronte dell’orientamento, dell’alternanza scuola lavoro e dell’autoimprenditorialità, potrebbe svolgere un utile servizio presso le aziende del territorio, aiutandole ad individuare le figure di cui hanno bisogno ed a premiare merito e capacità dei giovani lavoratori, cosa che, scegliendo i canali informali non sempre avviene”.
LAVORO SI – Sono 15.990 le persone che hanno trovato un posto di lavoro. Camerieri e commessi, rigorosamente ambosessi, sono le figure professionali più richieste. Quelli che ce l’hanno fatta ricoprono ruoli in azienda (13,5%), nelle società di pubblica utilità (40,1%), nei servizi finanziari e assicurazioni (27,1%), nelle imprese innovatrici (28,9%) e nelle imprese esportatrici (24,2%). Approfondendo l’indagine, nella maggior parte dei casi i nuovi posti di lavoro non garantiscono una sistemazione per la vita; solo il 16,2% dei contratti è a tempo indeterminato e il 26,9% di questi è part time. Per il 55,5% è stata utile l’esperienza pregressa, sono calate dall’8,9% al 7,5% le assunzioni personale laureato, mentre i diplomati scendono dal 41,8% al 39,2%; solo l’8,9% ha avuto difficoltà a reperire le professionalità richieste. L’11% delle aziende si è rivolto a personale immigrato.
LAVORO NO – Nell’attuale congiuntura economica, infatti, le imprese non hanno mostrato particolare propensione ad investire in risorse umane, per di più con un grado di istruzione elevata. In aumento le assunzioni di lavoratori senza formazione specifica, mentre cala la scelta di laureati e qualifiche professionali. Sotto la media nazionale l’occupazione giovanile (27%), positiva invece l’occupazione femminile (20,2% rispetto al 16,8% in Italia). Rimane il fatto, però, che sono 7 mila gli inoccupati marchigiani. Secondo la statistica a perdere più occupati sono le imprese della provincia di Ancona (-2.550) seguite da Pesaro Urbino (-1.730), Macerata (-1.430), Ascoli Piceno (-810) e Fermo (-660).