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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Scene di violenza inaudita. E’ questo il risultato di una vera e propria spedizione punitiva nei confronti di un giovane bengalese che si trovava nel posto e nel momento sbagliato. Era in un noto locale del centro, dove ogni giorno in cambio di una rosa beveva un caffè, quando un gruppo di trenta persone lo ha accerchiato e picchiato.

LA SPEDIZIONE PUNITIVA – Nessuna spiegazione per il giovane avvolto da paura e inconsapevolezza per la violenza subita. Senza parole anche i titolari del locale che hanno chiesto l’intervento dei vigili urbani per sedare, inutilmente, la banda di sambenedettesi che nel frattempo si è dileguata nel nulla. Quella che è stata considerata a tutti gli effetti una spedizione punitiva non trova lucide spiegazioni se non nell’odio e nel rancore fomentato sui social network e nella coscienza collettiva a seguito del tentato rapimento di una bambina, mai confermato e mai smentito, avvenuto a San Benedetto del Tronto.

FOBIA E PSICOSI – “Mi auguro che gli animi restino sereni e che il caso della bambina afferrata dai rom non diventi un pretesto per comportamenti violenti – interviene il titolare del locale -. Mi piacerebbe che qualcuno degli aggressori chiedesse scusa a questo ragazzo, ignaro del perchè ha dovuto subire tutto questo”.

VIOLENZA INAUDITA – Sull’aggressione gratuita di domenica, a cui non è seguita formale denuncia, interviene anche il primo cittadino Giovanni Gaspari. “Una città che ha deciso di ampliare la propria rappresentanza istituzionale a un esponente dei cittadini provenienti da altre realtà istituendo la figura del consigliere comunale aggiunto, non può tacere e chiede a chi di dovere di fare tutto il possibile per individuare rapidamente e punire i colpevoli di un gesto così cattivo – commenta Gaspari -. L’autorità di pubblica sicurezza sta svolgendo tutte le indagini del caso, ma invita ad usare grande cautela. Non è minimamente pensabile che in questa città qualcuno decida non soltanto di farsi giustizia da solo, ma scelga a caso con chi prendersela basandosi unicamente sul colore della pelle – prosegue -. Lo Stato di diritto esiste proprio perché non deve esistere la legge del più forte, specialmente quando quest’ultimo è uno stupido e incosciente violento. Esprimo condanna per l’accaduto e solidarietà umana alla persona aggredita a nome di tutta la città chiedendo alle forze politiche di non strumentalizzare questi episodi”.

 

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