La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne fu introdotta nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in ricordo delle tre sorelle Mirabal, uccise nel 1960 a Santo Domingo per attività rivoluzionarie contro il regime del dittatore Rafael Leonidas Trujillo.
Nel nostro Paese è solo da qualche anno che si celebra questa giornata, per iniziativa di alcuni centri antiviolenza. Paradossalmente, le manifestazioni contro la violenza sulle donne hanno coinciso con un’impennata del fenomeno del femminicidio, tristemente salito agli onori della cronaca con cifre che somigliano a un bollettino di guerra. Basti pensare che solo nel 2013 in Italia sono state uccise 179 donne, quasi una ogni due giorni. Secondo il rapporto Eures, inoltre, è nel ricco Nord che vengono commessi più omicidi. Il pericolo si nasconde in famiglia e non risparmia nessuna classe sociale. Le donne muoiono per mano dei propri mariti, compagni e fidanzati.
Nel mondo la situazione non è migliore. Dallo studio della World Health Organization si evince che la violenza fisica e sessuale colpisce il 35% delle donne e la zona geografica dove si concentra la maggior parte degli episodi è il sud-est asiatico, seguito da Europa e America e, infine, Africa.
LE INIZIATIVE IN ITALIA – A Roma, piazza del Popolo si illuminerà di rosso e verranno proiettate parole chiave legate al tema della violenza. La metro e i centri commerciali diventeranno luoghi in cui fare teatro e saranno messe in scena quindici pièce. A Montecitorio ministre e parlamentari leggeranno per l’occasione alcuni monologhi teatrali tratti da “Ferite a morte” di Serena Dandini. A Milano sarà organizzata una fiaccolata per ricordare le vittime mentre a Torino la giornata sarà celebrata attraverso l’arte con l’installazione “Pa-pi-lla”. A palazzo civico si potrà inoltre ammirare l’esposizione “Violate” e una mostra fotografica sarà allestita nella stazione della metropolitana di Porta Nuova. Per la città di Napoli oggi è il giorno dedicato a “Tanaliberetutte”, slogan che racchiude in sé il senso delle iniziative organizzate dal Comune per sensibilizzare le persone al problema della violenza.
I SOCIAL – Anche internet farà sentire la propria vicinanza all’iniziativa. Alle 20 su facebook ci si potrà unire al flash mob telematico contro la violenza sulle donne. Un’ora di silenzio in cui ci si asterrà da post e commenti.
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LA GIORNATA IN ASCOLI – Il Comune ha organizzato un ricco programma iniziato nei giorni scorsi e che continuerà stasera alle 21 con “Sulle tracce di Proserpina!”, spettacolo di teatro/danza al cinema Piceno, con replica mattutina per gli studenti delle scuole superiori a partire dalle 9.30. Alle 18.30 allo Spazio NovaDea della libreria Prosperi interno a èquilibri (Largo Crivelli, 8 – Ascoli Piceno), si celebrerà la Giornata Internazionale con un incontro organizzato dall’associazione Aradia. Si leggeranno testi tratti da “Se questi sono gli uomini” di Riccardo Iacona, “La terrazza proibita – Vita nell’harem” di Fatima Mernissi, “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf, “Io sono emozione” di Eve Ensler. Spostandoci in Vallata, stasera alle 21 il Multiplex delle Stelle propone la visione del film “La bicicletta verde”. L’evento è organizzato con il patrocinio del Comune di Castel di Lama e l’ingresso è ridotto a tre euro.
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Il 28 novembre spazio a “Contro” Di Marco Picistrelli, con Dany Moccia e Gio Marzi al cinema-teatro Piceno, ore 21. Il 30 la rassegna termina con “Io sono”, spettacolo di teatro dedicato alle donne ideato e realizzato da Morena Contini. Appuntamento presso la suggestiva chiesa di S. Pietro in Castello alle 17.
CONTRO LA VIOLENZA – Il numero da chiamare se si è vittime di abusi fisici e sessuali è il 1522. Nella nostra Provincia sono attivi due centri antiviolenza, uno a San Benedetto presso il poliambulatorio di via Romagna, l’altro in Ascoli nella sede del consultorio familiare.
INTERVISTA A VALENTINA BELLINI – La nostra Provincia non presenta fenomeni rilevanti di violenza sulle donne, ma è necessario non abbassare mai la guardia. Ne abbiamo parlato con l’unico consigliere donna della Provincia, Valentina Bellini.
Lei è l’unica consigliera donna in Provincia e molto vicina alle tematiche che riguardano le donne. Come è possibile, anche attraverso l’istituzione che rappresenta, conservare una cultura della tolleranza nel Piceno e non spegnere mai i riflettori sul fenomeno della violenza? “Intanto posso dire che essere l’unica donna consigliera provinciale non è un dato che mi fa piacere, perché si tratta di un dato ancora troppo mortificante per noi donne, solo il 10%. Ma è anche un fatto che mi responsabilizza di più; ce ne stiamo accorgendo in questi anni: la presenza delle donne non è automaticamente garanzia di buona politica. Possiamo essere più o meno capaci, più o meno competenti esattamente come gli uomini (anche se a noi donne si fanno meno sconti sui nostri limiti…). La sfida è quella di dare spazio, nella politica, a un modo diverso di stare sui problemi, fatto di ascolto, generosità, visione d’insieme, mediazione, cura, senso del dovere e della responsabilità collettiva. Insomma, il bagaglio di sapienze che abbiamo accumulato nel corso dei secoli e che sono state sempre molto preziose nella vita di ogni giorno (a casa, come nel posto di lavoro) e sempre poco presenti nella dimensione pubblica e politica.
In questo contesto è evidente che promuovere la cultura della tolleranza e le politiche di genere è alla base di tutto. È un percorso che non finisce mai e che ha bisogno delle Istituzioni tutte; quando parlo di Istituzioni parlo sia di quelle pubbliche sia del mondo dell’associazionismo e della cultura. Certo, in tempi così difficili, la tentazione di molti è quella di ripiegarsi in se stessi, si è meno inclini alla tolleranza, al riconoscimento dell’altro. E lo sforzo di “tenere tutto insieme” nel rispetto reciproco delle diversità è particolarmente impegnativo. Ma è il presupposto essenziale perché in questi tempi di crisi non venga disintegrato il tessuto sociale che altro non è che il nostro stare insieme in armonia. Se crolla anche quello davvero non ci sarà niente da cui ripartire”.
Quanto è importante il dialogo costante tra Provincia e tutti gli organismi territoriali che possono portare avanti progetti di sensibilizzazione e prevenzione su questo tema (centri antiviolenza, associazioni, comitati, scuole, strutture sanitarie e sociali)? “La Provincia, specie nel nuovo assetto istituzionale che si profila, è un ente cosiddetto di Area Vasta e ha senso di esistere solo se mette al primo posto nella sua azione amministrativa il ruolo di coordinamento, di sollecitazione rispetto ai vari territori, ai Comuni. Le politiche di sensibilizzazione e di intervento sul tema della violenza e più in generale delle politiche di genere possono avere una cassa di risonanza ben più ampia rispetto a azioni, pur lodevoli, delle singole realtà territoriali. Faccio alcuni esempi: l’utilizzo, la conoscenza del Centro Antiviolenza e del Centro d’Ascolto tra le donne che ne hanno bisogno; le attività di promozione della cultura di genere nelle scuole; la mappatura e la messa in rete di tutte le organizzazioni che promuovono temi e azioni in favore delle donne, la promozione della creatività femminile anche in ambito economico e imprenditoriale. Sono tutti interventi che se vogliono avere una maggiore efficacia devono essere pensati in una prospettiva più ampia di un singolo Comune, sia pure sensibile a certi temi. È un compito non semplicissimo, che ha bisogno della generosità e dell’impegno di tutti. E anche di una certa fiducia reciproca fra Istituzioni e cittadini che va costruita di continuo. E in quest’opera di mediazione noi donne siamo molto brave, come ho detto, perché lo facciamo da sempre, nella vita di ogni giorno.
Nella Provincia di Ascoli c’è, in questo senso, una buona tradizione: la Commissione per le Pari Opportunità è stata capace di rimanere attiva anche in questi tempi duri per le casse degli Enti pubblici e ha svolto il proprio ruolo di promozione di idee e iniziative, grazie alle donne che vi si sono impegnate, in modo gratuito; la sfida è quella di inserire la Commissione anche nella nuova identità isituzionale dell’Ente, continuare a darle vita e anche rinnovarla, darle nuovo slancio”.
In questi giorni sono diverse le iniziative organizzate per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Stasera al teatro-cinema Piceno andrà in scena lo spettacolo “Sulle Tracce di Proserpina” con testi che portano la sua firma. Come è nato questo progetto? “È nato, come nascono spesso le iniziative tra donne, da una profonda amicizia con Mariangela Pespani che, nella sua infaticabile attività creativa, mi chiese un giorno di scrivere dei brevi ritratti di donne del mondo dell’arte e dell’attività sociale che si erano distinte per aver detto dei no chiari e netti a qualcosa o a qualcuno. ‘No’ che proprio per la loro forza sono diventati dei ‘sì’ per qualcosa di diverso, di migliore. Abbiamo spaziato nei campi e nei tempi più vari (da Rose Parks, a Artemisia Gentileschi, o a Edith Piaf, tanto per citare alcune storie), e su questo inizio si è costruito il progetto; ma il mio intervento è stato solo lo spunto per la costruzione di uno spettacolo dai molti linguaggi, dai molti colori e dalle tante emozioni.
E al centro di esso stanno ancora una volte le donne, sia quelle di cui si racconta, sia quelle sul palcoscenico. È uno spettacolo che ho visto più volte, ogni volta è diverso, e ogni volta mi emoziona”.