ANCONA – Nelle Marche del futuro ci saranno più di due cuochi per ogni operaio, con la crisi che ha cambiato profondamente le aspirazioni dei giovani ed ha provocato il crollo delle iscrizioni agli istituti professionali con indirizzo industriale, rispetto al boom delle scuole di enogastronomia e turismo. Questo quanto è emerso da una analisi di Coldiretti Giovani Impresa sulle iscrizioni alle prime classi scuola secondaria di secondo grado sulla base del dossier “Nella green economy c’è lavoro per i giovani” presentato in occasione della consegna a Roma degli Oscar Green, i premi per l’innovazione con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
NOTEVOLE CAMBIAMENTO – Quest’anno, sottolinea la Coldiretti sulla base dei dati degli uffico regionali del Miur si sono iscritti al primo anno degli istituti professionali per le produzioni industriali, la manutenzione e l’assistenza tecnica 1.073 giovani, in calo del 23% rispetto a dodici mesi prima, mentre hanno optato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera in ben 2.550, con un aumento complessivo del 13%. Una tendenza confermata anche dai livelli superiori di istruzione. “Le cronache di questi mesi dimostrano che è venuta drammaticamente meno in questa regione la convinzione che l’industria possa dare a tutti un posto e i giovani hanno capito che le opportunità per tornare a crescere sono legate alla valorizzazione di quei punti di forza che sono il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina” sottolinea Paolo Guglielmi, delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa. “Occorre però garantire disponibilità di terra, che è oggi il principale ostacolo alla nascita di nuove imprese agricole, tanto che il 50% delle aziende già esistenti condotte da giovani ha bisogno di disponibilità di terra in affitto o acquisizione, secondo una indagine Coldiretti/Ixè” ha aggiunto Maria Letizia Gardoni, imprenditrice marchigiana e delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa.
COGLIERE LE OPPORTUNITà – Un’opportunità in tal senso potrebbe venire dal protocollo d’intesa appena firmato dalla Conferenza delle Regioni, dal Ministero delle Politiche Agricole, l’Ismea, l’Anci e l’Agenzia del Demanio che prevede la cessione ai giovani dei terreni agricoli che fanno capo a regioni ed enti locali. “Dal ritorno delle terre pubbliche agli agricoltori che le coltivano possono nascere nuove imprese – commentano – o, in alternativa, essere ampliate quelle esistenti”.