SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Movimento Cinque Stelle continua a tenere alta l’attenzione sulla realizzazione di un sito di stoccaggio gas in zona Agraria. Durante la conferenza pubblica di sabato 8 novembre si è portato all’attenzione della cittadinanza e degli imprenditori lo scenario sambenedettese qualora il progetto della Gas Plus andrà in porto. Presenti in sala anche gli avvocati Oreste Agosto e Stefania Marchese che hanno esposto il ricorso al Tar delle Marche e le vie di tutela da attuare.
REALTA’ E POSSIBILITA’ – Grazie al geologo Serafino Angelini è stato possibile disegnare i confini del sito di stoccaggio gas che conta di una centrale fisica in zona Agraria e di giacimenti di gas sotterranei che coinvolgono gran parte della cittadina sambenedettese. La loro presenza non può essere ignorata, piuttosto bisogna ben comprendere cosa la città si prepara ad ospitare e le conseguenze attese. “In tutto il mondo non esiste un giacimento attivo sotto a una città densamente popolata”, questo il commento del geologo Angelini, soprattutto a fronte di studi ancora acerbi sulla connessione tra stoccaggio gas e sismicità.
INCIDENTI TEMUTI – Va sul pesante il 5Stelle Giorgini che offre alla cittadinanza contributi video che testimoniano gli incidenti avvenuti nel mondo proprio a causa di siti di stoccaggio gas: nubi di vapore o getti incendianti comunemente noti come Flash Fire e Jet Fire, ma anche esplosioni di gasdotti e migrazioni di gas in superficie. Gli incidenti possibili sono rilevanti e contano centinaia di vittime che prevedono vere e proprie procedure di emergenza da attuare.
COSA FARE PER TUTELARSI? – La presenza degli avvocati esperti che curano uno dei ricorsi al Tar Marche contro la realizzazione del sito di stoccaggio gas a San Benedetto. Le 37 prescrizioni al progetto della Gas Plus rappresentano un quadro complessivamente critico per la città sambenedettese e i suoi abitanti. “C’è da agire secondo il principio di precauzione. – avanza il legale Marchese – Il ricorso che abbiamo fatto tratta proprio questo, il rischio incidenti sulla carta rappresenta poca cosa rispetto alle conseguenze di incidenti”. La questione, però, non è né politica né settoriale; è piuttosto cittadina. Di fatto, l’impianto compromette tout court l’assetto territoriale che si riflette a livello sociale e imprenditoriale.
PROBLEMA COLLETTIVO – L’incontro di sabato mattina voleva sollecitare l’opinione pubblica e imprenditoriale turistica. In sostanza, viene spiegato durante la conferenza, se al Tar Marche arriveranno tanti interventi di richiesta di ristoro da parte di privati, associazioni e categorie qualora cambieranno le attuali favorevoli condizioni economiche e turistiche gli esiti decisionali potrebbero giocare a favore. “Le azioni inibitorie come questa si traducono in sede amministrativa, – spiega il legale – ora le azioni civili sono inutili. Se e quando ci saranno lesioni e compromissioni di un bene allora varranno, ma prima si deve necessariamente procede con un discorso inibitorio al Tar”. In sala solo una quarantina di persone e tra gli imprenditori solo Sandro Assenti ha risposto all’appello, l’auspicio dei 5Stelle rimane la massima diffusione della questione che è collettiva e non politica.