ANCONA – Viaggiare in A14 e sul resto della rete autostradale italiana per gli autotrasportatori marchigiani è diventato un costo insostenibile. E non bastano i rimborsi garantiti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad annullare i continui aumenti delle tariffe autostradali.
LO STUDIO CNA FITA MARCHE – Secondo lo studio della Cna Fita Marche, infatti, il rimborso medio applicato ai 3.970 autotrasportatori marchigiani negli ultimi sei anni è stato del 10,5%. Ma, per ottenere il massimo sconto, l’autotrasportatore deve aderire ad un consorzio dove, per i servizi ed costi finanziari ogni mese paga costantemente una somma pari al 3,5% degli stessi rimborsi che, invece, arrivano in media 2 anni e mezzo dopo. Alla fine della giostra, secondo la Cna Fita, quello che rimane in tasca all’autotrasportatore è il 4%. “Tutto questo mentre in dieci anni, tra il 2003 e il 2013, le tariffe dell’A14 e delle principali autostrade italiane sono aumentate del 43,4%, a fronte di un’inflazione del 25,9%. – afferma la Cna Fita – L’ultimo aumento dei pedaggi, malgrado sei anni di crisi durissima, è stato dello scorso gennaio”.
DA ASCOLI – “Nonostante questo fiume di denaro garantito ai concessionari della Società Autostrade, – afferma il presidente Cna Fita di Ascoli Piceno, Roberto Grazioli – nello stesso periodo non vi sono stati incrementi di servizi, molte delle concessioni sono in scadenza e il Governo prevede di rinnovarle per altri venti anni malgrado non vi sia stato un adeguato aggiornamento delle reti infrastrutturali”.
CAMBIARE IL MECCANISMO DEI RIMBORSI – Per restituire al settore nuovo slancio e la liquidità persa in questi anni, la Cna Fita ha inviato alla Società Autostrade e ai parlamentari marchigiani una proposta per cambiare radicalmente il meccanismo dei rimorsi dei pedaggi autostradali, prevedendo sconti erogati direttamente dalle concessionarie senza l’intervento dello Stato, che dovrà limitarsi a bloccare gli aumenti dei costi dei pedaggi per almeno tre anni. Un sistema che, secondo la Cna Fita Marche, farà risparmiare allo Stato i 250 milioni di euro che vengono stanziati ogni anno per la copertura finanziaria dei rimborsi e consentirà alle imprese di riscuotere i rimborsi ogni mese e non dopo alcuni anni.