Ci sono libri che ti piacciono e libri che non ti piacciono. Ci sono poi libri che ti piacciono ma che sono scritti da autori che ti stanno un po’ antipatici. Ci sono poi libri che ti piacciono dove però sono i personaggi narrati che ti danno sui nervi. Questo, cari amici, è il potere della scrittura che può farti avere nei confronti dei personaggi letterari e di scrittori che mai incontrerai in vita tua degli atteggiamenti e delle impressioni tra le più varie.
In questo strano marasma di sentimenti, impressioni e “gusti a pelle” c’è una scrittrice che mi ha sempre suscitato simpatia e ammirazione sia per il suo modo di raccontare sia per il suo modo d’essere (almeno per quel po’ che la storia ci ha su di lei tramandato). La protagonista di questo post è Jane Austen a cui dedicheremo questo venerdì 7 novembre un delizioso incontro in compagnia degli amici del Lions Club Urbs Turrita e dei bravissimi musicisti dell’Istituto Spontini (qui il link dell’evento).
Perché questa scrittrice e i suoi personaggi siano diventi “icone” per il mondo contemporaneo e perché Jane e le sue eroine, prima tra tutte la ironica e intelligente Lizzy di orgoglio e pregiudizio , siano ancora così amate dai lettori di tutto il mondo può sembrare un mistero. La Austen racconta e vive in un’epoca molto diversa dalla contemporanea, la reggenza inglese, periodo in cui le donne erano considerate pressoché “decorative” e dove regole, etichetta e convenzioni anche abbastanza ipocrite soffocavano molto le persone nel loro essere. Tuttavia questa signora molto elegante senza fare scandali e senza cedere mai un dito alla volgarità ha messo in atto, con i suoi scritti e la sua vita, la più sistematica denuncia della falsità che forse la letteratura ricordi. L’ironia che Jane usa nel raccontare l’ingessata società inglese dei primi dell’ottocento è una specie di bomba nascosta sotto un cupcake che fa esplodere – tra una passeggiata e un ballo – tutta l’incongruenza tra un mondo che sta per finire (anche per l’imminenza delle trasformazioni della rivoluzione industriale) e la dorata inconsapevolezza dei suoi protagonisti.
Jane Austen ci piace perché come una divinità ci mostra con delicatezza quanto gli uomini e le donne, anche i migliori come Lizzy e Darcy, siano fallibili assoggettati a convenzioni e credenze sciocche e perbeniste. Jane è un’antropologa che ci racconta con deliziato surrealismo ciò che la circonda. La sua intelligenza, la sua fermezza morale ed intellettuale le impediscono di credere al mondo che la circonda. Lei sfida tutti perciò, rifiutando l’unica vita possibile per le donne di allora (il matrimonio), e scardina ogni convenzione decidendo di “vivere della sua penna”. Questa decisione la mette in una sorta di condizione privilegiata da cui come su un magico balcone può finalmente vedere davvero la società in cui è nata. E questa sua scelta, sebbene dolorosa e sicuramente gravida di conseguenze, ce la rende vicina e straordinariamente moderna. Ecco perché ancora la amiamo così tanto e perché ci appassionano tanto le sue storie (solo per farvi capire date un’occhiata al sito). Nei suoi romanzi noi in fondo vediamo un po’ anche noi stessi e ritroviamo (pur nelle differenze di tempi e modi) il senso di disagio sottilissimo ed invisibile che abbiamo di fronte alle incoerenze del nostro presente. Anche oggi a volte ci sentiamo finti, decorativi persi dietro a cose vacue, come imprigionati in un velo di convenzioni sociali. Magari oggi le ragazze non devono temere di mostrare la caviglia ma sono lo stesso irretite dal mostrare il mezzo chiletto in più. Gli uomini non devono essere ricchi e nobili, ma se non rispettano un certo canone di machismo si sentono allo stesso modo fuori-posto. Ecco la contemporaneità di Jane: ci ricorda con il suo sorriso che siamo meglio e di più di ciò che il mondo ci impone come standard di adeguatezza. Nei suoi racconti sembra volerci ricordare che la felicità non si ottiene rispondendo ad un modello, ma essendo se stessi. E questo insegnamento – sembra incredibile – ma ancora oggi nel 2014 non lo abbiamo imparato.
Bene, ho scritto un sacco ma non vi ho suggerito nessun libro ancora! Provvedo subito:
Per godervi al meglio la serata Austeniana di venerdì vi consiglio il bellissimo libro di Giovanna Zucca dedicato proprio alla Jane Austen Donna e non solo algida scrittrice: Una Carrozza per Winchester.
Proseguo poi consigliandovi di rileggervi almeno due dei romanzi che più amo dell’autrice inglese Emma (si lo so è una viziata e vanesia ragazza ma tutte siamo state un po’ sciocche qualche volta nel cercare di far mettere insieme amici che ci sembravano così affini) e Orgogli e Pregiudizio. E concludo con un suggerimento un po’ più “tecnico”: Sei romanzi perfetti un libro sullo stile inimitabile della lady della letteratura inglese.