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ANCONA – Novità per le zone dell’Appennino marchigiano. Sarà attivata, infatti, una strategia di sperimentazione per rilanciare le aree interne regionali che, man mano, coinvolgerà tutta la fascia locale. Si inizia dall’Appennino basso pesarese e anconetano che ha mostrato un livello di coesione tra Comuni e ha già avanzato capacità progettuali. L’iniziativa potrà contare su un finanziamento nazionale di 3,8 milioni di euro, destinato a riequilibrare l’offerta dei servizi di base nei settori della mobilità, salute e scuola.

LE AREE – L’area pilota è stata individuata dalla Regione Marche, su richiesta del ministero dello Sviluppo Economico, a seguito del sopralluogo della delegazione ministeriale del giugno scorso, guidata da Fabrizio Barca, nei territori segnalati dalla Regione e rispondenti ai criteri ministeriali. Le aree candidate sono tre e comprendono anche le zone del maceratese e dell’ascolano per un totale di 44 Comuni e 86.407 abitanti. Via libera per il basso Appennino e Macerata, mentre la fascia ascolana c’è ancora bisogno di un percorso di progettazione per lo sviluppo economico e turistico che consenta il rientro nei parametri.

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LA SPERIMENTAZIONE – Entro il 2014 l’area pilota del Appennino pesarese e anconetano (Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Piobbico, Frontone, Serra Sant’Abbondio, Arcevia, Sassoferrato) partirà con la sperimentazione, mentre nel 2015 prenderà il via quella di Macerata con la previsione di attivare ulteriori risorse statali specificatamente dedicate. La terza area, relativa ad Ascoli Piceno, sarà aiutata a rientrare nei parametri ministeriali, rivedendo se necessario la riperimetrazione anche con l’ingresso di nuovi Comuni dell’area Fermana. “Tutte e tre le aree interne selezionate beneficeranno dei finanziamenti comunitari dei fondi Fesr (coesione economica e sociale), Fse (lavoro) e Feasr (agricoltura) della programmazione 2014-2020, con le risorse aggiuntive nazionali previste”, evidenzia l’assessore alle Politiche Comunitarie, Paola Giorgi.

LARGO AI PICCOLI COMUNI – Le Marche sono state tra le prime Regioni ad aderire all’iniziativa, delineando subito tre aree idonee alla sperimentazione, dove intervenire sui servizi essenziali ai cittadini per creare futuro e reddito. Il ruolo strategico viene affidato ai Comuni che, una volta individuato un capofila, porterà alla firma dell’Accordo quadro con il Ministero e la Regione. “Al raggiungimento degli obiettivi concorrono tutti i fondi strutturali e di investimento disponibili (Fesr, Fse, Feasr), oltre allo stanziamento riservato all’area pilota – continua l’assessore -. La Regione potrà comunque destinare, alla altre due aree individuate, la quota delle risorse non utilizzate a livello nazionale entro il 2014”. Al momento i fondi europei che la Regione può destinare alle tre aree ammontano a circa 10 milioni di euro: un importo che può mutare sulla base dell’approvazione Ue dei Programmi operativi.

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