Prima delle Pop Star. Prima dell’outing. Nonostante le rivoluzioni culturali, l’omosessualità di un artista a cavallo tra gli anni ’50 e i ’70 veniva ancora vista come un tabù, tanto da spingere i protagonisti dello show business a nascondere le proprie inclinazioni sotto la maschera dell’eccentricità.
Protagonista di questo fenomeno fu Wladziu Valentino Liberace, pianista e personaggio televisivo che per un ventennio dominò la scena internazionale facendo del kitsch e dell’eccesso il suo marchio distintivo.
Steven Soderbergh ne porta in scena un’accurata rappresentazione, affidando a Michael Douglas il difficile compito di calarsi nei suoi panni.
Il regista si sofferma sugli ultimi anni di vita di Liberace, ormai icona indiscussa sulla soglia dei sessanta, e sulla sua lunga relazione con il giovane Scott Thorson (Matt Damon), che il pianista tentò di adottare.
Il film cura particolarmente lo sfarzo dei costumi di scena e lo stile sopra le righe del protagonista, elementi che attirarono su Liberace accuse di omosessualità, prontamente respinte con conseguenti richieste di risarcimento, alimentando nell’immaginario del pubblico femminile l’attesa per “la donna giusta” della star.
Soderbergh sceglie di far interpretare i ruoli principali a due sex symbol del passato e del presente, che per l’occasione svestono i panni abituali dei tombeurs de femmes per dare maggior credibilità al mondo irrivelabile che si nasconde dietro i candelabri, fedeli suppellettili kitsch sempre presenti sul pianoforte di Liberace.
La continua ricerca di una perfetta apparenza passa attraverso la creazione di una realtà fittizia, capace di occultare ciò che la società non permette di rivelare, e dietro un eccessivo ricorso alla chirurgia plastica cela due anime mosse soltanto dai bisogni più istintivi e naturali che possano esistere: l’amore, la passione e il bisogno di considerazione.
REGIA: Steven Soderbergh
ANNO: 2013
GENERE: Biografico
DURATA: 118 minuti
