ASCOLI PICENO – “Giovanni Gaspari è un amministratore esperto e, proprio per questo, la sua maldestra proposta di lunedì in materia di rifiuti ha provocato in me più stupore che ostilità. Una iniziativa sbagliata nel metodo, nel merito e controproducente ai fini delle strategie future di gestione dei rifiuti”. Con queste parole il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli bacchetta il sindaco sambenedettese in fatto di gestione dei rifiuti.
“Sbagliata nel metodo. Dei 5 Ata previsti dalla L.R. 24/09 solo quello di Ancona ha preso effettivamente le mosse. Non è un caso, ma il frutto di una lunga disputa giuridico-amministrativa che, a seguito della Sentenza Tar Marche n.848/2013, ha obbligato la Regione a modificare lo schema di convenzione Ata già deliberato dai Comuni. Nessuna mozione potrà essere mai approvata dall’Ata fin tanto che non saranno modificate tutte le convenzioni”.
E anche il presidente della Provincia Piero Celani è stato ineccepibile nel dichiarare l’irricevibilità del testo. Del resto, prosegue Castelli, “la mozione Gaspari mira a incorporare l’Ata all’interno del Comune di San Benedetto, aprendo di fatto un clamoroso conflitto d’interesse tra Ata e Picenambiente. Quando il controllore ed il controllato coincidono, gli interessi pubblici non ne godono ma”.
“Il prossimo 8 settembre la conferenza unificata stabilirà la nuova distribuzione di competenze tra Regioni, Province e Comuni anche in materia di rifiuti e, per finire, a fine agosto dovrebbero essere pubblicate, nel “Salva Italia”, le nuove misure sulle partecipate comunali e sulle modalità di integrazione delle stesse”, prosegue Castelli in una lettera aperta e rincara l’intervento dello scorso lunedì in cui sosteneva la cooperazione tra le aziende che operano nei rifiuti nella provincia ascolana.
Una questione da risolvere senza troppe polemiche questa, dal momento che gli ascolani si troveranno già a subire un “aumento sulla tassa dei rifiuti a causa dell’esaurimento della quinta vasca di Relluce e della mancata attivazione della sesta”.
