SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “L’ennesimo pacco regalo ai cittadini del quartiere Agraria è stato consegnato”, così il Movimento Cinque Stelle commenta l’istallazione dell’antenna telefonica nel quartiere di Porto d’Ascoli, in una zona intensamente frequentata da persone, soprattutto bambini e ragazzi.
“Esiste un Piano delle Antenne dove è palesemente riscontrabile che in quel luogo non possono essere istallate antenne di qualunque tipo; – spiegano – il regolamento comunale, in merito alla questione, all’art. 2 fa espresso riferimento al ben noto Principio di Precauzione”. E allora le domande e i dubbi sull’istallazione del ripetitore sono lecite, ma anche i chiarimenti in merito alla natura temporanea del provvedimento.
“Nella pianta di zonizzazione, nell’area in questione, non è prevista nessuna antenna; – insistono i Cinque Stelle – quindi con quale criterio è stata rilasciata questa autorizzazione seppur provvisoria?”. In merito a questo punto è opportuno specificare – proseguono – che il dirigente firmatario ha rilasciato l’autorizzazione dal 10 luglio 2014 al 10 ottobre 2014, ovvero per tre mesi, ma il regolamento comunale all’art. 19 comma 1 per le Installazioni Provvisorie riporta chiaramente che “possono essere rilasciate autorizzazioni ad installazioni provvisorie di impianti solo per prove tecniche di trasmissione e previo parere favorevole dell’Arpam e dell’Azienda Asl e comunque per un tempo non superiore a 60 giorni”.
“Tutto ciò dimostra che il regolamento non è stato rispettato, non solo nei termini, ma anche nei contenuti, dato che né l’Arpam né tantomeno l’Asur sono state interpellate”. Inutile, inoltre, per il M5S appellarsi alla legge Gasparri, che permetterebbe l’insediamento di tali impianti senza troppi passaggi burocratici, perché “dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, con sentenza nr. 303 del 25/9/2003 e 1/10/2003.
Il Movimento 5 Stelle di San Benedetto del Tronto si riserva, qualora vi fossero stati dei reati di negligenza o di eccesso di potere, di segnalare l’accaduto alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno”.