ASCOLI PICENO – Non c’è solo la nazionale di calcio da tifare, ma anche il paesaggio o monumento che più sta a cuore grazie al progetto “I luoghi del cuore” organizzato dal Fai. Si tratta di un vero e proprio censimento promosso in collaborazione con Intesa San Paolo giunto alla sua settima edizione visto dal 2002 si ripete ogni due anni. L’obiettivo è quello di coinvolgere concretamente tutti i cittadini, cercando di sensibilizzarli nei confronti del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. In sostenza ognuno potrà scegliere, compilando l’apposita scheda presente in ogni filiale Intesa San Paolo oppure online tramite il sito www.iluoghidelcuore.it, il paesaggio, il luogo o il monumento al quale siamo più emotivamente legati. Oltre alla mappatura una apposita commissione poi, formata da membri del Fai e del Ministero dei Beni Culturali, sceglierà dove si potrà intervenire con opere di restauro o salvagurdia. Nei dieci anni scorsi del progetto sono stati raccolti oltre 1.800.000 segnalazioni, distribuite in oltre 31.000 luoghi e finora sono state 45 gli interventi di recupero in 15 regioni che hanno restituito così a questi luoghi la loro originale bellezza.
“Questa iniziativa con gli anni ha visto sempre più accrescere i suoi numeri tanto da spingere anche il Ministero a collaborare – spiega Alessandra Stipa preseidente regionale Fai – i cittadini potranno segnalare un luogo a loro caro che può essere un paesaggio, una chiesa, una spiaggia, una fontana o qualsiasi altra cosa. Nell’ultima edizione di dua anni fa le Marche furono la quinta regione per le segnalazioni con più di 13.000 grazie alla quale è stato possibile dare una mano nel restauro della chiesa di San Filippo a Fermo. Premesso naturalmente che ognuno è libero di scegliere il suo luogo del cuore noi come Fai Ascoli ci siamo permessi di segnalare due luoghi ovvero l‘Eremo di San Marco per il suo connubio tra paesaggio ed opera architettonica e poi la chiesa di San Vittore che dietro ha un oratorio usato anche come cripta tutto affrescato, un luogo molto bello che però purtroppo come molte altre chiese cittadine difficilmente è visitabile”.