ASCOLI PICENO – Urne chiuse e tempo di numeri e bilanci. Il primo dato che salta subito all’occhio è che Ascoli ha votato per le europee in un modo e per le amministrative in un altro, forse anche per questo il rieletto sindaco Castelli parla spesso del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’alta affluenza al voto, si sono recati ai seggi in 32.522 pari al 74,25 % degli aventi diritto, faceva ben sperare le opposizioni di riuscire a strappare il ballottaggio invece la corazzata delle dodici liste della coalizione di centrodestra ha spazzato via ogni dubbio vincendo, anzi trionfando, con il 58,92 % delle preferenze. Tutt’altra musica rispetto a domenica sera dove invece era stato il Pd a fare la parte del leone portando a casa il 35,17 % dei voti. Ed è qui che nasce la prima considerazione. Il Partito Democratico ha ottenuto 10.664 preferenze alle europee e 4.050 alle comunali, se poi ci aggiungiamo che la lista Tsipras ne aveva presi 1.680 mentre Sel ne ha racimolati 335 sono in totale 7.959 i voti di differenza. Tantissimi. Stessa musica anche per il Movimento 5 Stelle che ne persi 5.362. Se consideriamo poi che tutte le liste di centro destra alle europee hanno preso complessivamente 10.001 voti mentre poi Castelli ne ha ottenuti 18.451 ecco qui che, considerando anche Aliberti e Allevi, i conti tornano. E’ normale che in una elezione comunale possa capitare che si voti in maniera differente dalle nazionali privilegiando il candidato, ma quando questo avviene per un terzo dei voti totali è un dato che va a rafforzare ancor di più il successo di Castelli.
Magra considerazione per il Pd essere il primo partito cittadino ma la coalizione, dove si è sentita molto la mancanza dell’Alveare, ha perso 6.464 voti rispetto alle comunali del 2009, dove perse per poche centinaia di preferenze al ballottaggio. Quanto ai 5 Stelle il risultato è buono se si considera che erano all’esordio ad Ascoli anche se si aspettava qualcosa di più, soprattutto dopo i proclami della vigilia, mentre sfiora l’ingresso in consiglio Micaela Girardi autrice di un ottimo risultato se si pensa che la sua lista è nata a pochi mesi dal voto. Non pervenute invece li liste civiche di opposizione, sia quelle relative alla coalizione di Castiglia che quelle facenti riferimento ad Aliberti, indice che forse non sono state costruite al meglio e probabilmente nel caso dell’ex assessore in numero eccessivo.
Larga vittoria per Castelli che così avrà una ampissima maggioranza in consiglio ottenendo 22 consiglieri su 32, con all’opposizione 4 per il Pd e uno a testa per 5 Stelle e Ascoli x Ascoli oltre ai candidati sindaco Luciani Castiglia, Tamburri, Aliberti e Camela. Numero uno nelle preferenze è Luigi Lattanzi che con 719 voti supera di poco l’altro assessore uscente Giovanni Silvestri che ne ha ottenuti 704. In generale ottimi i risultati nel centrodestra di Donatella Ferretti, Massimiliano Bugni, Marco Fioravanti e Valentino Tega che hanno ottenuto più di 500 voti a testa mentre exploit per Alessandro Bono di Forza Italia con 495 preferenze e di Alessandro Filiaggi della lista Per Ascoli della quale è stato il più votato superando il suo capolista Massimiliano Di Micco. Non ce la fa ad entrare Sante Agostini di Con Ascoli ed il suo Territorio, unica lista della coalizione di maggioranza a non superare la soglia, mentre accedono in consiglio sul filo di lana Michela Fortuna del Ncd , anche qui superando il capolista Cesare Celani, Domenico Stallone, Simone Matteucci e Andrea Antonini. Riconferme anche per Umberto Trenta, Piera Seghetti ed Attilio Lattanzi.
Nel Pd è Francesco Ameli il più votato con 531 preferenze, lo seguiranno in consiglio anche Valentina Bellini, Monica Acciarri e l’ex sindaco Roberto Allevi. Non ce la fa l’ex consigliere dell’Udc Francesco Viscione mentre faranno il loro esordio Giacomo Manni del Movimento 5 Stelle e Laura Balestra della lista Ascoli x Ascoli che sosteneva Davide Aliberti. Ora non resta che aspettare le decisioni del sindaco su chi scegliere come assessori, con gli uscenti che dovrebbero essere riconfermati in blocco, inserendo magari un giovane come Fioravanti e forse un’altra donna, oltre la Ferretti la cui riconferma appare scontata.