ASCOLI PICENO – Il volto segnato dall’emozione, ma sempre sorridente. Lo sguardo rivolto a tutte quelle persone che lo hanno accolto sin dalle prime ore del pomeriggio in piazza Arringo, sotto il sole cocente di un’estate arrivata in anticipo forse proprio per l’occasione. L’abbraccio verso i lavoratori in difficoltà, tra i quali anche quelli dell’Haemonetics, che ha rappresentato per tanti uno spiraglio di ottimismo, una luce di speranza in uno dei periodi più difficili per quanto riguarda il lavoro e l’occupazione. Il bacio al terreno, come segno di rispetto per la diocesi che si appresta a guidare, imitando il gesto che contraddistingueva ogni viaggio svolto da Giovanni Paolo II.
Si è presentato così il nuovo vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole, 96esimo successore di Sant’Emidio, patrono della città. Migliaia sono stati i fedeli che, provenienti da ogni parte del territorio, hanno voluto conoscerlo, abbracciarlo e fargli sentire l’affetto del popolo ascolano, al quale dal momento della morte di Silvano Montevecchi mancava un pastore. Papa Francesco, però, la settimana prima di Pasqua ha voluto fare questo dono alla chiesa picena, nominando monsignor D’Ercole.
Prima di entrare ufficialmente in diocesi, il vescovo ha fatto visita alla parrocchia di Stella, a Monsampolo, salutando tutti: dal piccolo Giuseppe di soli tre anni fino alla signora Antonia, vedova di 85 anni che da pochi giorni ha perso il marito. Successivamente, D’Ercole ha fatto visita ai luoghi più significativi della città, quelli nei quali purtroppo si vive spesso nella sofferenza. A cominciare dal carcere del Marino, dove ha incontrato la direttrice Lucia Di Feliciantonio, donando una copia del Vangelo ai detenuti. Poi, è stata la volta dell’ospedale Mazzoni e del villaggio di Santa Marta, dove monsignor D’Ercole ha avuto la possibilità di scambiare due parole con chi è costretto a convivere con la propria malattia, dando anche in questo caso dei messaggi di speranza.
Poi, il successore di Montevecchi è arrivato intorno alle 16 in piazza Arringo, per incontrare le autorità, come il sindaco Guido Castelli, il presidente della Provincia Piero Celani e il vicepresidente della Regione Antonio Canzian, oltre a tutti gli altri sindaci della diocesi. Prima della messa, alla quale hanno assistito anche coloro che non sono riusciti ad entrare in duomo, grazie al maxischermo allestito in piazza Arringo, il vescovo ha pregato nella cripta di Sant’Emidio e sulla tomba di Silvano Montevecchi, prima di ricevere il pastorale dall’amministratore apostolico Luigi Conti e cominciare ufficialmente il proprio episcopato.