ASCOLI PICENO – Oltre 400 pecore, 45 bovini e 50 cavalli. Saranno loro i grandi protagonisti della “Transumanza”, l’ormai caratteristica iniziativa che si svolgerà nel weekend, tra sabato e domenica, da Arena di Roccafluvione a Balzo di Montegallo, passando per Polverina a Comunanza. La manifestazione rappresenterà un’anteprima dell’edizione 2014 del “Festival dell’Appennino” ed è organizzata dal consorzio “Elabora” nell’ambito di “Piceno Sense Of Place”, in collaborazione con la Provincia e con l’associazione culturale “Appennino Up”, nonché con il consorzio “Sorgenti Comuni” ed il Gal Piceno. Sarà, dunque, un’occasione unica per accompagnare i pastori e le greggi nella fase primaverile della “monticazione”, cioè del raggiungimento dei pascoli d’alta quota.
Due giorni, appunto, che permetteranno a tutti i curiosi e alle famiglie del territorio, a passo di pecora, di vivere questa millenaria migrazione accanto a “butteri” a cavallo e a suonatori d’organetto. La partenza della “Transumanza” è prevista per sabato alle 9.30 dall’azienda agricola “Monti” di Arena, con la prima sosta che si svolgerà a Polverina per il pranzo frugale del pastore e la proiezione in anteprima nazionale del documentario “A passo d’uomo tra i pastori”, prodotto dall’associazione “Marsia a 360 gradi”. Il pomeriggio proseguirà con attività pastorizie e due brevi relazioni sulla Salaria Gallica a cura di Angelo Sciamanna e sulla leggenda della Sibilla a cura di Ugo Travanti. Alla cena con la ‘pecora in callara’ farà seguito il concerto degli “Zigà”, formazione di origine marchigiana nata con lo scopo di riproporre musiche e danze appartenenti alla tradizione del centro-sud Italia. Alle 23.30, infine, la serata si concluderà con il maialetto cotto allo spiedo. Domenica mattina, invece, la carovana si riunirà alle 10 per la messa, per poi ripartire alla volta di Balzo con arrivo previsto per le 14. Dopo un doveroso ristoro, alle 15 è previsto il concerto de “Lu Trainanà”, progetto che punta alla riscoperta ed alla rivalutazione della tradizione musicale marchigiana, propria dell’epoca contadina. Il loro repertorio è fortemente legato alla terra, alle feste paesane, i canti di questua, storielle maliziose e d’amore e gli immancabili stornelli a colpi di saltarello.