Chi nasce tondo, non muore quadrato. Chi nasce ultima ruota del carro, è destinato a rimanere tale. Non sempre però è una sconfitta. Giovanni Veronesi parte da questo concetto per parlare dell’uomo qualunque, quello che si accontenta di guardare il progresso del mondo in cui vive, scegliendo di contribuire con il suo piccolo e onesto lavoro e lasciando ad altri l’ambizione di esserne protagonisti.
Ernesto Marchetti (Elio Germano) fin da piccolo fatica ad emergere. Dopo aver lasciato un paio di lavori, si guadagna da vivere spezzandosi la schiena come traslocatore. Vive a Roma con la moglie Angela (Alessandra Mastronardi) e osserva l’evoluzione sociale e politica dell’Italia dal 1967 ai giorni nostri, con l’amicizia di un pittore chiamato semplicemente Maestro (Alessandro Haber) e le visite dell’amico d’infanzia Giacinto (Ricky Memphis), che ogni volta gli presenta una nuova occasione per “svoltare”.
Il film non ha la pretesa di analizzare la storia d’Italia vista dagli occhi di chi la vive. Si passa attraverso il ritrovamento del corpo di Aldo Moro, gli arresti di Tangentopoli, la crisi del PSI, l’ascesa di Berlusconi del 1994 e del 2001, ma ogni evento fa semplicemente da sfondo.
Ernesto e Giacinto sono antitetici: tanto modesto e lavoratore il primo, quanto ambizioso e arrivista il secondo. Non si segue l’evoluzione degli eventi se non con uno sguardo esterno, al di là di un ipotetico vetro. Si ha la sensazione che tutto sia un passaggio casuale, così come è casuale la comparsa della Renault 4 rossa di Via Caetani, dietro la quale Ernesto e suo padre parcheggiano il furgone in divieto di sosta, trovandosi, appunto casualmente, al centro di un evento memorabile.
La presenza di uno sfondo sociopolitico appena tratteggiato conferisce al film un’armonia in cui, nonostante la gravità degli eventi ricordati, è la storia del protagonista a emergere, nella potenza della sua banalità, come una sorta di rivalsa dell’ultima ruota del carro.
REGIA: Giovanni Veronesi
ANNO: 2013
GENERE: Commedia
DURATA: 113 minuti