Seduzione, sadismo, masochismo, realtà e finzione. C’è tutto questo nel gioco delle parti messo in scena da Roman Polanski nel suo ultimo film. Dopo Carnage, il regista torna a indagare le debolezze e le pulsioni umane girando un film come fosse una pièce teatrale. Ed è proprio in un teatro che si sviluppa la storia. Tra le scenografie abbandonate di un precedente spettacolo, si svolgono i provini per il ruolo di protagonista della Venere in pelliccia, adattamento del romanzo di Leopold von Sacher-Masoch. Il regista Thomas (Mathieu Amalric) sta per tornare a casa, affranto dall’inettitudine delle aspiranti attrici, quando irrompe sulla scena Vanda (Emmanuelle Seigner), che con molta insistenza ottiene la possibilità di provare la parte.
Comincia così una lunga battaglia tra i due personaggi, in un continuo sovrapporsi di realtà e recitazione in cui i ruoli si scambiano e si rovesciano. Il gioco della seduzione passa attraverso gli abiti che escono dalla borsa di Vanda, e che si adattano ai protagonisti creando un continuo rimbalzo tra intenzione e rappresentazione.
Il film diventa una seduta psicanalitica, come ben palesato in una scena in cui Thomas è sul lettino, ormai alla mercè della donna, che abilmente ne tirerà fuori le passioni più intime.
Polanski gioca sull’ambiguità, vestendo i personaggi di caratteri che al contempo ne mettono a nudo la parte istintuale, in una metafora della vita in cui la perversione non è che l’altra faccia della stessa medaglia di apparente e standardizzata normalità.
L’incontro-scontro tra uomo e donna, inizialmente basato su posizioni socialmente precostituite, si tramuta sovvertendo le due parti, alternando dominante e dominato, in una sorta di equilibrio sul caos. Il film riesce a scardinare lo spettatore dal suo posto di osservatore passivo, e lo trascina nel dualismo della scena mettendo in luce il suo essere attore di se stesso in un palcoscenico reale, lasciandolo nel dubbio del proprio ruolo.
REGIA: Roman Polanski
ANNO: 2013
GENERE: Drammatico
DURATA: 96 minuti