SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Partito Democratico guarda all’economia cittadina e, grazie all’interesse delle sezioni cittadine, apre un tavolo permanente sulla blue economy; a introdurre i lavori il segretario del Circolo Nord Andrea Manfroni che ha snocciolato alcuni punti tra cui il reperimento dei fondi europei e la necessità di focalizzare l’attenzione all’indotto, al commercio e alla spiaggia.
“È arrivato il momento di agire, di convegni se ne sono fatti fin troppi. – anticipa l’assessore alla Pesca, Fabio Urbinati – Grazie alla preziosa collaborazione di Nazzareno Torquati, potremo iniziarci a prendere cura dell’area portuale e delle sue problematiche; avvieremo un iter operativo dove la politica dovrà essere presente anche se c’è ancora tanto da fare“.
Gli operatori e le associazioni del settore, intanto, si mettono in gioco. Avanzate due proposte per trovare un’alternativa al fermo biologico che gambizza l’economia rivierasca proprio nel pieno della stagione estiva. Prossimamente al vaglio di Bruxelles e del Ministero, nonché al Partito Democratico nazionale e regionale, la proposta di diminuire le uscite dei pescherecci da 4 a 3 giorni settimanali nel periodo da giugno a settembre, concordando 50 giorni invece di 70 totali. In alternativa la proposta di riduzione da 96 a 50 ore della pesca nella fascia dal Tronto a Pedaso a tre miglia dalla costa a 50 metri di profondità. Due soluzioni, insomma, per ridurre lo sforzo del pescato tutelando le specie.
Il Gruppo d’Azione Costiera potrebbe essere la giusta interpretazione per l’organizzazione e la gestione del territorio. Discutere di pesca in un’ottica di cooperazione internazionale potrebbe inoltre portare giovamento all’economia nostrana, considerando che il mercato estero genera un movimento di 35milioni di euro. “Il porto non è solo pesca, ma sviluppo del territorio”, chiosa Pierfrancesco Morganti annunciando la sperimentazione che anticiperà di un’ora l’apertura d’asta del mercato ittico.