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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’urbanizzazione nella fascia costiera è aumentata del 300% in 50 anni, in alcuni comuni del 400%. Stando ai dati del rapporto Istat-Cnel sul Benessere equo e sostenibile dello scorso anno, il focus sulla costa marchigiana aveva mostrato cittadini preoccupati dalla cementificazione selvaggia. Ma, come la Regione Marche, l’intera costa adriatica (1.470 chilometri di litorale) ha il timore che l’urbanizzazione provochi rischi idrogeologici aggravati dalle piogge torrenziali e dalle mareggiate.

È di pochi giorni fa, infatti, l’articolo di Repubblica che riporta un’allarmante fotografia della costa adriatica sulla base degli studi di Bernardino Romano e Francesco Zullo dell’Università degli Studi dell’Aquila che denunciano le criticità dell’urbanizzazione costiera che negli ultima cinquant’anni sarebbe avvenuta alla velocità di 8mila metri quadri al giorno. I risultati dell’indagine presentati sulla rivista Land Use Policy paventano “la distruzione pressoché totale di preziosi e vulnerabili ecosistemi dunali”; “è vero che il cambiamento climatico sta estremizzando i fenomeni, – spiegano gli studiosi – ma è anche vero che molte aree urbanizzate non dovrebbero trovarsi dove sono”.

Il report degli esperti è una documentazione di denuncia e sensibilizzazione al tempo stesso per ridare spazio alla natura. E la notizia della vulnerabilità idrogeologica della costa adriatica è stata riportata anche dal Centro Meteo Italiano proprio a sottolineare la commistione tra la mano dell’uomo e quella della natura. Le conseguenze delle ingenti piogge e gli intensi fenomeni metereologici tout court stanno a testimoniare la necessità di innescare il cambio di rotta. Le mareggiate che stanno letteralmente mangiando la costa marchigiana, per esempio, potrebbero essere un campanello d’allarme – o forse solo un fenomeno temporaneo -.

Intanto è stato riaperto un giorno fa il tratto ferroviario parallelo alla costa tra Civitanova Marche e Loreto interdetto al transito, ieri la stazione di Ancona Marittima era sott’acqua e – più da vicino – a San Benedetto del Tronto il mare ha ancora una volta ripreso il fazzoletto di spiaggia che ospita il jumping e reso impraticabile la pista ciclabile in via Delle Tamerici, mentre tra Grottammare e Cupra rimangono chiusi alcuni tratti della pista ciclabile per i lavori di messa in sicurezza rallentati dal maltempo e dalle mareggiate.