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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si cerca di mettere un punto all’annosa vicenda del progetto di stoccaggio gas a San Benedetto. Presentato quest’oggi un secondo documento che va a puntualizzare e ad approfondire alcune questioni emerse nel primo documento di gennaio 2012 e dalla precedente documentazione fornita, come la relazione della ditta proponente Gas Plus e gli studi Terre.it dell’Università di Camerino; un carteggio di poche pagine ma tecnicamente puntuale, al quale si allegano le ulteriori osservazioni del Movimento 5 Stelle, per procedere a un intervento di annullamento del procedimento.

La Commissione consultiva per la valutazione e il monitoraggio del progetto di realizzazione dell’impianto di stoccaggio gas ritiene questo passaggio indispensabile relativamente ai criteri di redazione del Rapporto di Sicurezza Preliminare. I punti snocciolati fanno riferimento all’atteggiamento della Gas Plus improntato a una chiusura totale nei riguardi dell’Amministrazione e dei cittadini e all’utilizzo di dati tecnici e scientifici obsoleti che hanno fatto rilevare errori sostanziali nella progettazione e nella valutazione di impatto (e conseguente rischio) sotterranea e superficiale. Riferimenti anche al particolare contesto economico e sociale (vocazione turistica della città e area con numerose infrastrutture) in cui insisterebbe il sito.

I lavori, coordinati dal geologo Cappelli con un team di altri sei tecnici, hanno ritenuto opportuno approfondire degli aspetti prettamente strutturali per lo studio di impatto ambientale. In primis la frequenza di accadimento che spinge la soglia di un caso su un milione a uno su 10 milioni; prese in considerazione anche le conseguenze relative a rotture del sistema in caso di incidente dato che nella documentazione di Gas Plus si prendono in considerazione solo perdite per rotture verticali o per perdite che riguardano solo il 10%.

“Per questi motivi rimangono dubbi fortemente ostativi per la prosecuzione del procedimento, in quanto carente di dati inerenti i possibili impatti e rischi per la saluta pubblica, le attività economiche e le incidenze sulla Sentina. – si legge a chiusura del documento – Questo porta a richiedere un intervento di annullamento in autotutela dei provvedimenti già emanati, nonché un approfondimento istruttorio di quelli in corso”. Nonostante i pareri negativi dati in via istituzionale e politica, infatti, permane il riscontro positivo della procedura di Via.

A potenziare questo importante strumento tecnico le osservazioni 5Stelle sottolineate da Giorgini e da Ambiente e Salute nel Piceno; a tutte le mancanze riscontrare dalla Commissione tecnica, si fa notare la totale assenza del Piano Sicurezza Operatore (Pso) stando alla direttiva europea e della Valutazione Impatto Sanitario (Vis) che doveva essere espressa parallelamente alla Via. E attraverso l’allegato presentato il movimento sambenedettese e l’associazione Ambiente e Salute nel Piceno, soddisfatti di quanto presentato oggi, rafforzano e chiedono espressamente “l’invalidazione della Via in base alla legge del 15 marzo 1997 n. 59 nota come legge Bassanini”.