ASCOLI PICENO – Quando si dice che l’attesa non è stata vana. Dopo anni di studi e analisi è giunto al termine il progetto, finanziato dalla Provincia, di indagine sul bacino geotermico della dorsale carbonatica di Acquasanta Terme. I risultati, che saranno illustrati in un convegno sabato 25 gennaio a partire dalle 9.30 presso il Teatro dei Combattenti di Acquasanta, hanno evidenziato che il territorio provinciale mostra un assetto idrogeologico ampiamente favorevole alla presenza di acquiferi con potenzialità idriche superiori agli attuali fabbisogni, per uso idropotabile e produttivo. In altre parole le risorse idriche sotterranee immagazzinate sono più che sufficienti a soddisfare la domanda di acqua anche in caso di una grave crisi.
Ma la scoperta più importante è che, cosa unica per il versante adriatico, la zona presenta di un’area che alimenta sorgenti solfuree con temperature di circa 42°, che renderebbe l’acqua ottimamente impiegabile sia nel settore energetico che produttivo. Un fatto che può aprire importantissimi scenari futuri perché, come sottolinea l’assessore all’Ambiente provinciale Antonini, visto i dubbi sul fotovoltaico e sulle biomasse solo l’energia geotermica non presenta controindicazioni, e qui ci sarebbe la possibilità di scaldare in maniera perpetua intere aree a costi molto bassi.
“In quest’anno non abbiamo solo pensato a tematiche di sopravvivenza, ma abbiamo anche avviato diversi progetti per indagare e valorizzare il nostro territorio e le sue eccellenze – spiega il presidente della Provincia Celani – qui si trattava di capire di capire se era possibile riattivare un circuito virtuoso produttivo con al centro Acquasanta. Ma siamo andati oltre, perché oltre l’utilizzo termale è venuta fuori la possibilità anche di utilizzo energetico che può dare una grossa spinta ad un forte piano di sviluppo. L’indagine, che è stata capeggiata dal professor Torquato Nanni del CFR di Ferrara, è stata lunga perché le analisi da fare erano accurate e andavano ripetute in maniera ciclica. Ora con questo convegno, oltre che illustrare i dati, vogliamo coinvolgere l’imprenditoria locale e non, perché c’è bisogno della costruzione di un pozzo della profondità di 1.000 metri circa per avere la certezza assoluta della presenza di un area con acqua a 42°. Questo è necessario perché solo quando si ha questa sicurezza si potrà partire con un bando di utilizzo per sfruttarla in ambito energetico e produttivo”.