SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Entro il 24 gennaio si dovrebbe pagare la cosiddetta “Mini IMU” sull’abitazione principale e relative pertinenze; il condizionale è d’obbligo, visto che il decreto legge Imu – Bankitalia che fornisce le relative indicazioni è ancora in corso di conversione in Parlamento, con tutte le possibili modifiche che potrebbero essere apportate al testo. In sostanza si dovrà pagare in base all’aliquota del 6 per mille deliberata dal Comune, contrariamente a quanto precedentemente versato sul calcolo del 4 per mille; in pratica si dovrebbe pagare lo 0,8 per mille del valore catastale dell’immobile principale coprendo il 40% della differenza tra quanto rimborsato dallo Stato ai Comuni.
Non si prospetta un calcolo alla portata di tutti, quindi il Comune – non avendo il tempo materiale per stilare specifiche richieste di pagamento – attiva da lunedì 13 gennaio fino alla fine del mese sportelli dedicati all’Ufficio Tributi presso il terzo piano della sede centrale di viale De Gasperi e presso la delegazione di via Turati a Porto d’Ascoli (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, martedì e giovedì anche dalle 16 alle 18). Verrà stampato il modello F24 da utilizzare per il pagamento in banca o alla Posta. È possibile, inoltre, calcolare l’importo collegandosi al sito del Comune alla voce “Comune on line”, inserendo il codice fiscale del titolare dell’immobile e la password ricevuta a domicilio in occasione della ricezione della lettera dell’IMU 2012. Il sistema visualizza gli importi dovuti da ciascun contribuente e genera il modello F24 da stampare direttamente a casa.
“Oramai si è perso il conto di quante volte siano cambiate le norme sulla tassazione immobiliare – dice l’assessore alle finanze Fabio Urbinati – i cittadini hanno subito una vera e propria vessazione da parte di uno Stato centrale che non è stato capace negli ultimi anni di dare una forma definitiva a questa tipologia di prelievo fiscale, negando certezze ai contribuenti e ai Comuni, costretti a loro volta a rincorrere le mutevoli volontà del legislatore. Cerchiamo di alleviare il disagio mettendo a disposizione punti di contatto fisici ed informatici per agevolare il calcolo e il pagamento, cosa che non tutti i Comuni fanno. Mi auguro – è la conclusione di Urbinati – che anche l’Anci faccia sentire nuovamente con forza la propria voce, anche se necessario ricorrendo a forme di protesta clamorose, affinché questo inverecondo balletto di norme cessi quanto prima, ogni cittadino sappia con esattezza quanto e quando pagare, ogni Comune di quante risorse disporre per programmare investimenti e gestire i servizi”.