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ANCONA – “Garantire equità di accesso e di trattamento per tutti i pazienti, superare le carenze assistenziali sofferte ancora dai cittadini“, con questi presupposti si aprono i lavori di riorganizzazione delle reti cliniche adottati dalla Giunta regionale e oggi trasmessa all’Assemblea legislativa. In Regione la conferenza stampa con l’assessore alla Salute Almerino Mezzolani per chiarire cosa sta succedendo in questo periodo di trasformazione della struttura ospedaliera regionale e, quindi, locale.

 

“Quello delle reti cliniche è l’ultimo tassello, il più importante, di un processo di riforma che ha già riguardato la riconversione dei piccoli ospedali, le reti dell’emergenza e il settore sociosanitario. – ha affermato l’assessore Mezzolani – Vogliamo migliorare la qualità delle prestazioni per fornire maggiore sicurezza ai cittadini. Questo all’interno di un ineludibile equilibrio finanziario, visti i pesanti tagli nazionali, necessario per completare il riordino, mantenendo ai vertici nazionali la sanità marchigiana e scongiurando forme di commissariamento”.

 

Coinvolti i territori e le varie parti sociali sulla base delle riforme che seguono le disposizioni nazionali, si sta ora attraversando il passaggio dall’esistente al nuovo sulla base di criteri di massima oggettività e qualità nelle operazione di riordino che oltre alle Marche saranno attuate anche in tutte le regioni del centro-nord. “La riorganizzazione non prevede tagli di servizi, ma esalta l’eccellenza della nostra sanità dove c’è una maggiore esigenza di crescita qualitativa. – chiarisce Paolo Galassi, presidente del Coordinamento dei direttori generali – Guarda all’efficienza e alla qualità delle cure, con la gradualità e il buonsenso necessario per non squilibrare un sistema delicato, come quello sanitario, prevedendo una manutenzione annuale per riequilibrare le scelte”.

“Ora siamo al momento delle scelte. – ricorda il direttore generare dell’Asur, Piero Ciccarelli – Qualità e sicurezza sono le strade maestre che perseguiamo per superare le sacche di rischio esistenti dovute all’attuale frammentazione del sistema”, in una regione dove “si registra il 28,5% di primari in più rispetto a quelli imposti dai parametri nazionali”. Giovedì 5 la V Commissione, presieduta da Comi, si riunisce per esaminare l’atto proposto dalla Giunta regionale per poi essere adottato incidendo profondamente nel sistema sanitario in fattori di qualità e efficienza del sistema sanitario, dove – come spiega Comi – “operatori e strutture diverse dovranno lavorare in squadra con le stesse procedure, lo stesso metodo e un identico linguaggio”.