Articolo
Testo articolo principale

ANCONA – Nel terzo trimestre 20mila posti di lavoro persi in un anno e 67mila i disoccupati, con un tasso di disoccupazione al 9,6%. Questi i dati drammatici relativi alla Regione Marche resi noti dall’Istat ed elaborati dall’Ires-Cgil e dai Centri Studi di Cna e Confartigianato. Nel periodo luglio-settembre il numero degli occupati è pari a 632mila unità ovvero 20mila in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3,1%). Un calo che interessa il lavoro autonomo (-5,0%, pari a 8mila unità) e soprattutto quello dipendente (-2,4% pari a 12mila unità). Su quest’ultimo fronte il calo interessa in egual misura tutti i settori produttivi.

L’alto prezzo della crisi viene pagato sia dagli uomini, con 15mila posti di lavoro persi (-4,0%), sia dalle donne con 5mila lavoratrici in meno (-1,8%). Aggravano il quadro i dati sulla disoccupazione con un tasso che passa al 9,6% ovvero 1,6 punti percentuale in più rispetto allo stesso periodo del 2012. La disoccupazione femminile conferma un livello a due cifre con 10,7%, mentre quella maschile si attesta sull’8,8%. Coloro che cercano lavoro sono così 67mila persone, cioè 10mila in più rispetto allo stesso periodo del 2012, prevalentemente uomini. Particolarmente elevato, e in continua crescita, il numero di coloro che da inattivi si muovono per cercare un lavoro, ben 19mila persone. Guardando ai settori del lavoro marchigiano, si evince che ad aver perso il maggior numero di posti di lavoro sono stati i servizi. I lavoratori occupati nel commercio e negli altri servizi alla persona ed alle imprese sono scesi da 403 a 393mila, con una perdita di 10mila addetti. Cinquemila posti di lavoro se ne sono andati in agricoltura (da 18 a 13mila) e 4mila nell’industria (passata da 230 a 226mila addetti).

“Ai numeri di coloro che hanno perso il lavoro andrebbero aggiunti quelli che il lavoro rischiano di perderlo – dichiara Daniela Barbaresi, segreteria Cgil Marche – Infatti, a questi dati andrebbero sommati quelli relativi al ricorso alla cassa integrazione; nei primi dieci mesi del 2013 sono già state chieste e autorizzate oltre 38 milioni di ore, quindi in soli dieci mesi dell’anno sono già state superate le richieste dell’intero 2012. Questo dato equivale al mancato lavoro di 25mila lavoratori a tempo pieno”.

“Per questo, ancora una volta – prosegue Barbaresi – chiediamo con forza che il Governo rifinanzi adeguatamente gli ammortizzatori in deroga per coprire i fabbisogni del 2014 e soprattutto per chiudere urgentemente quelli del 2013 e consentire a tante piccole aziende marchigiane di non licenziare prima della fine dell’anno“. Ma per Barbaresi “sono necessarie anche diverse e chiare di politica economica a sostegno della crescita e della ripresa dell’attività produttiva, nonché la riduzione delle tasse sul lavoro per consentire una maggiore capacità di spesa di lavoratori e pensionati”.

“In questa situazione di grande difficoltà – hanno affermato Cna e Confartigianato Marche – le piccole imprese marchigiane hanno saputo creare più posti di lavoro delle grandi aziende, con un saldo positivo di oltre 7mila lavoratori in dieci anni e vanno sostenute per aiutare il nostro sistema produttivo ad uscire dalla crisi economica. Non chiediamo favori ma soltanto una pressione fiscale ed un peso della burocrazia in linea con la media europea, oltre alla possibilità di accedere con maggiore facilità al credito per investire nelle nostre aziende e creare nuovi posti di lavoro”.