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Nel mondo più del 70% delle donne ha subito violenza almeno una volta nella vita; in Italia sono 128 le vittime del femminicidio dall’inizio dell’anno. Forse queste sembreranno solo statistiche, ma dietro ai numeri non è possibile nascondere quelle storie che le hanno rese vittima dell’altro. Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e le iniziative di questo giorno servono solo per ricordare a tutti che è il momento di fare qualcosa di più; l’impegno delle associazioni e delle amministrazioni devono continuare a tenere aperto il discorso della violenza di genere, ma soprattutto il sistema generale deve operare azioni concrete dal punto di vista sociale, culturale e politico.

La giornata contro la violenza sulle donne dovrebbe essere ricordata sempre e ovunque, a casa e a lavoro; oggi è solo un’occasione per ricordarlo a tutti, agli uomini e alle stesse donne. Lo stop alla violenza deve essere capillare, deve essere un grido assordante che raggiunge i paesi, le strade, le case e le famiglie. Da quando è stato aperto, nel maggio 2009, al Centro antiviolenza della provincia di Fermo si sono rivolte 139 donne, la maggior parte delle quali tra i 35 e i 50 anni. Di queste 139 donne, 106 sono italiane; delle 33 straniere, che appartengono a 20 nazionalità diverse, circa la metà ha subito violenza da partner italiani. Altri numeri questi che ci fanno riflettere come la violenza sulle donne non sia un fenomeno legato a stereotipi di etnia o di religione, piuttosto un male che ha rotto ogni argine culturale e sociale.

Dietro alla violenza si nascondono la fragilità, la paura, la vergogna e l’amore malato; dietro alla violenza sulle donne c’è l’assenza di impegni concreti. Sì, importante la prevenzione e l’educazione al rispetto della differenza di genere per contrastare quella che sta diventando una vera e propria piaga sociale; ma gli adulti? È arrivato il momento in cui anche i grandi incomincino a dare il buon esempio, in cui si ristabiliscano i valori. La donna, e l’uomo tout court, deve imparare il rispetto e la lealtà, solo così potrà trasmettere alle nuove generazioni un messaggio di prevenzione positivo. La sopraffazione e i soprusi, quelli di oggi, devono essere soppressi; lo si può fare attraverso le leggi e strumenti mirati a punire come oggi ricorda anche il Governo parlando di finanziamento dei centri anti-violenza e lavoro di repressione e reazione.

Per celebrare la giornata, Giorgio Napolitano ha nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana Lucia Annibali, l’avvocato di Pesaro sfregiata con l’acido per ordine del suo ex fidanzato, per il coraggio, la determinazione, la dignità con cui ha reagito alle gravi conseguenze fisiche dell’ignobile aggressione subita. Un fiocco bianco, un paio di scarpe ross e un posto occupato sono solo un simbolo che deve trovare riscontro concreto nei gesti quotidiani di ognuno di noi.