Gli evangelizzati della Apple Computer probabilmente non hanno gradito il film, ma per i neofiti di questo genere, è un film sulla vita arida, fredda, distaccata dell’innovatore più famoso del mondo. Questa è stata la mia impressione, appartenendo al settore dei nuovo seguaci Apple. L’impressione che ho avuto per tutta la durata del film è stata: Steve Jobs è un manipolatore. Un uomo geneticamente nato per apportare novità e innovazione nel mondo dell’informatica, ma sicuramente un uomo solo e asettico nei confronti del resto del mondo. Questo è ciò che appare ai miei occhi sgranati e increduli.
Mi aspettavo di essere persuasa da un carattere geniale come il suo, di essere ammaliata da un uomo che è riuscito ad entrare nelle case delle persone con oggetti tecnologici in grado di soddisfare i bisogni di consumatori esigenti. Invece sono stata anestetizzata da uno spaccato di vita non sufficientemente ampio, di un inventore del nuovo linguaggio informatico.
Un ritratto crudele e avido di Steve Jobs che mi ha costretta a ritrovare umanità in lui, guardando il famoso video del discorso all’università. Sembra di rivedere il protagonista di The Social Network, imbrattato di avidità dalla testa ai piedi. Joshua Michael Stern ha realizzato un film dedicato al fondatore di Apple (Steve Jobs interpretato da un bravissimo Ashton Kutcher che riproduce esattamente le movenze dell’innovatore) e al suo socio Steve Wozniak, un cervellone che con la sua genialità abbozza la prima idea di computer.
Un film non proporzionale allo spessore dei personaggi. Non certo per la descrizione fredda degli stessi, ma soprattutto per la scena finale che lascia lo spettatore basito e in attesa del vero finale che non ci sarà, perché intanto si accendono le luci in sala per informare il pubblico che lo spettacolo è terminato. Nei pirati della Silycon Valley, dove si racconta in maniera bidirezionale della vita di Steve Jobs e di Bill Gates, i personaggi sono tratteggiati in maniera più descrittiva, seppur contornati da quella freddezza sentimentale che contraddistingue i due protagonisti. In generale un film che non scava nel personaggio, non mostra le sue complessità caratteriali rendendoci parte di un suo percorso evolutivo. Alcuni frame benfatti e commisurati alla genialità di Jobs, altri essenzialmente privi di spessore. In generale voto 6.