“Melania è in prigione” è il giallo di Carla Pillot, marchigiana d’origine nata a Milano e trapiantata a Roma, e pubblicato dalla Librati, la casa editrice della Libreria Rinascita. Un romanzo e un intreccio dalla trama fitta e ben architettata, genere caro all’autrice che vanta ben altre undici pubblicazioni sul genere. Due ex, un omicidio e l’amica del cuore sono i fattori che muovono la storia moltiplicando nel corso delle pagine elementi di suspense.
Marco Sorgali, detto Pink, è un investigatore e decide di seguire il caso della sua ex fidanzata Melania ritenuta colpevole di aver ucciso il suo nuovo compagno e capo ufficio Sebastiano. Le prove a suo carico sono schiaccianti, ma convinto della sua innocenza accetta l’incarico grazie all’intercessione dell’amica Alda. Come fotogrammi si procede alla ricerca della verità tra buchi neri e inconsapevolezza.
Un giallo classico e deduttivo in cui lo schema dei personaggi è chiaro com’anche la scrittura; necessariamente lineare per il genere che rappresenta, è definita da Tea Ranno nel quarto di copertina fluida e d’impatto che non indugia e scorre insieme alle immagini che fanno la storia. Un mistero da svelare che si amalgama con la vicenda romanzata di un uomo combattuto tra lavoro e sentimenti.
È attorno all’investigatore Pink che si muove la storia, tanto che i romanzi della Pillot diventeranno una serie tv, alla maniera dell’evergreen di Jessica Fletcher e il più recente Montalbano. “Melania è in prigione”, infatti, è l’ultimo di una seria di lavori come “Scuola di nudo con modella”, “L’uomo scomparso”, “L’amico perduto”, “L’investigatore e la contessa” e “Un suicidio improbabile”.