Ciclicamente si sente parlare di crisi. Viene prima paventata come uno spettro, poi attesa come un uragano ed infine subita, con strascichi che lasciano il segno. Chi c’è dietro? Cosa succede nella mente di chi ha la possibilità di tenere in mano le sorti del mondo? Margin Call cerca di dare una risposta a queste domande. Eric Dale (Stanley Tucci), capo settore della Gestione rischi in una banca di credito finanziario, ha pochi minuti per liberare l’ufficio dopo essere stato licenziato. Prima di andarsene, riesce a consegnare all’analista Peter Sullivan (Zachary Quinto) una chiavetta USB, con il monito di stare attento.
Il giovane scopre nell’archivio digitale del collega le prove di un imminente crollo dell’Istituto, per scongiurare il quale vengono convocati i capi per una riunione notturna, in cui le possibilità di salvezza si scontreranno con l’etica. “Spiega cosa sta succedendo, come se lo spiegassi a un bambino o a un Golden Retriever”. La chiave del film sta in questa frase, con cui John Tuld (Jeremy Irons), convocato in piena notte, chiede a Sullivan delucidazioni in merito al disastro paventato. Il regista (l’esordiente J.C. Chandor) si affida ad un cast di alto livello per affrontare un tema complesso come quello dei meccanismi finanziari e tradurlo in maniera comprensibile.
La sensazione comune di vivere in un mondo tenuto in scacco da poche persone è qui amplificata grazie all’uso sapiente dei dialoghi.
“Sei sicuro che sia la cosa giusta da fare?” – “Lavoro in questa compagnia da anni: ho visto cose che non immagini neanche”. Il film evidenzia il contrasto tra i dubbi delle giovani leve attratte dai forti guadagni e l’appagamento degli “squali” che periodicamente si trovano ad affrontare le medesime situazioni. E in maniera molto cinica, attraverso le parole con cui Will Emerson (Paul Bettany) spegne gli scrupoli di un giovane analista, si mette in luce la convinzione che sia necessario qualcuno che sposti l’ago della bilancia in favore delle persone che vogliono vivere al di sopra delle proprie possibilità. L’amaro messaggio finale è che “ci sono tre modi per andare avanti in questo campo: essere i primi, essere i più furbi, o truffare”.
REGIA: J.C. Chandor
ANNO: 2011
GENERE: Thriller
DURATA: 109 minuti