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GROTTAMMARE – È partito nel mese di settembre il censimento degli alberi comunali per stilare un documento che attesti quanti e quali sono gli alberi del patrimonio verde comunale. L’indagine, che risponde alla recente legge 10/2013 per lo sviluppo e la salvaguardia delle essenze arboree di particolare prestigio, riguarderà le essenze arboree pubbliche, ma non è escluso che possa essere estesa a quelle private che ornano i tanti giardini storici della città.

Pertanto, l’invito a tutti i Comuni di identificare principi e criteri per il censimento degli alberi monumentali nel proprio territorio e fornire questa informazione alla rispettiva Regione, la quale, a sua volta, redigerà l’elenco regionale e lo trasmette al Corpo Forestale dello Stato per essere reso pubblico e disponibile a tutti mediante una banca dati nazionale. Attivi sul territorio comunale l’agronomo Elisa Mauro, su indicazione dell’assessore alla Sostenibilità ambientale Daniele Mariani, per conoscere e misurare lo stato di salute di tutte le piante e adottare misure di tutela e conservazione delle specie di pregio.

“Il censimento è quali-quantitativo – spiega l’agronomo Mauro – conterrà cioè dati sul numero degli alberi, identità e classificazione botanica, valutazione della stabilità e delle condizioni fitosanitarie”. Tra gli esemplari monumentali comunali già censiti c’è il Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) di via Marche angolo SS16 sottoposto a potatura proprio in questi giorni; altro albero monumentale è il Bagolaro (Celtis australis) che si trova nel giardino di villa Azzolino con un diametro di circa 1,20 m, più nota e visibile è la maestosa palma di piazza Fazzini (Butia yatay). “Il censimento coinvolge sia l’aspetto ambientale che urbanistico del nostro territorio, perché diventerà un punto di riferimento per le scelte future. – conclude – In più, potrebbe essere di ausilio ai nostri vivaisti anche riscoprire e valorizzare colture perdute. In questo senso, sarebbe auspicabile che il lavoro possa essere completato con i dati sui giardini privati”.