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Una vita in caduta libera, alla ricerca sfrenata di un nuovo pericoloso ma entusiasmante limite da superare, è stata questa la vita di Patrick De Gayardon, campione francese di freestyle nel 1985 e campione del mondo nel 1986. Un campione dalle imprese eccezionali che ha rivoluzionato la storia del volo diventando in pochi anni un simbolo. Era persino riuscito a rientrare su un aereo dopo il lancio compiendo lo stesso percorso dell’aereo in discesa. Ovviamente tutto ciò è stato reso possibile grazie alla sua invenzione, grazie alla quale è riuscito ad aumentare la superficie del corpo umano donandogli un profilo alare.

 

Un’invenzione in costante sviluppo utilizzata nel mondo del paracadutismo come disciplina sportiva, la tuta alare ha permesso a Patrick di dilatare il tempo della caduta, riducendo il rischio di incidenti. La sua era una mentalità sportiva senza precedenti ed è riuscito a compiere spettacolari gesti con destrezza e coraggio. Tra i più famosi ricordiamo: il salto dal Sant Angel, la cascata più alta del mondo (979 metri), il salto sul Polo Nord nel 1994, il salto sopra alla città di Mosca da 12.700 metri senza l’uso del respiratore. Patrick però, morì in seguito ad un tragico incidente in volo, durante il quale il suo paracadute non si aprì. “Dedico la mia vita allo studio per migliorare la sicurezza di tutti, per capire, in sintonia con la natura, quali sono i limiti dell’uomo, per conoscerli e superarli. L’estremo è ricerca. Del limite da superare, dalla meta più lontana che un uomo può proporsi come meta da raggiungere. E, una volta che l’ha raggiunta, l’estremo diventa un ulteriore limite, una meta ancora più lontana”.