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L’AQUILA – Il giorno decisivo è arrivato. Si apre oggi la terza e ultima delle udienze in Corte d’Assise d’Appello all’Aquila. Famiglia Rea, padre, madre e fratello, al completo. Il collegio, presieduto dal presidente Luigi Catelli, stamani ascolterà le repliche e poi si chiuderà in camera di consiglio per dar vita comunque a una decisione: se confermare o meno la condanna all’ergastolo per Salvatore Parolisi, come chiesto dal procuratore generale, Romolo Como, o dare il via all’esame di nuove perizie. Ma la difesa di Salvatore, arrivata di prima mattina dal carcere di Castrogno di Teramo, dove Parolisi è detenuto dopo la condanna del 26 ottobre 2012 al carcere a vita in primo grado, ha le idee chiare.

 

“Questo non è un processo da ergastolo – ha detto infatti uno dei difensori dell’ex caporalmaggiore, Nicodemo Gentile – qualora il collegio d’appello decidesse di confermare la colpevolezza di Salvatore, l’ergastolo sarebbe comunque una pena smisurata, che non terrebbe conto degli orientamenti di altri giudizi. Ci aspettiamo la concessione delle attenuanti e magari anche la cancellazione della crudeltà e quindi la pena sarebbe più umana”. Gentile non lo vuole dire espressamente ma per la difesa una nuova condanna sotto i 30 anni sarebbe un successo dibattimentale. Di tutt’altro parere la famiglia Rea, e infatti il fratello Michele spera nella conferma dell’ergastolo perché “sarebbe un segno tangibile, un segnale al Paese per tutte le vicende di violenza sulle donne, e confermerebbe una linea dura sul femminicidio”. Secondo i legali delle parti, la sentenza potrebbe arrivare nel tardo pomeriggio.