SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Durante il Consiglio comunale di lunedì 30 settembre è stata affrontata la questione della commissione d’inchiesta che prevede la partecipazione di 12 consiglieri. Prima di procedere alla votazione, però, è stato ritenuto opportuno aprire un dibattito che chiarisse le modalità di procedura dell’indagine.
Pertanto, il consigliere Loredana Emili prende la parola sottolineando la necessità di chiarezza. “Abbiamo visto che su tutta questa vicenda ci sono cose non molto chiare, da accuse respinte, pretestuose, alle possibili incompatibilità e conflitti d’interesse; – spiega – questa commissione necessità di alcuni chiarimenti: quanto dura? È per allungare il brodo? È una commissione che farà audizioni? Come? Pubbliche o sentire riservatamente un dirigente? Possibilità di sostituzione? Questa sera presentiamo una delibera che dice molto poco che non collima con il lavoro importante che si andrà a fare. – specifica – Il compito deve essere regolamentato, credo che bisogna specificare questa delibera troppo blanda e generica, devono essere specificati criteri e parametri. Credo che prima di votare debbano essere definite una serie di criteri”.
Alchè Pasqualino Piunti si è dimostrato d’accordo; si accoda Pellei (Udc) che ha marcato la necessità di un lavoro marcato di questa commissione lontano dai “tempi insabbiatori che hanno contraddistinto gli ultimi anni. Chi, come, cosa e quando sono le linee guida”. Della stessa stregua Riego Gambini che rimarca l’importanza del diritto d’indagine (in riferimento alla denuncia a rigore di cronaca). Palma Del Zompo, inoltre, rimarca l’importanza della mancanza di interesse per partecipare e soprattutto guidare una tale commissione, rimandando un cronoprogramma alla prima riunione d’indagine. “Non siamo un tribunale, dobbiamo solo fare chiarezza”. Ascoltati gli interventi Bovara riprende in mano il bandolo della matassa e richiama l’attenzione sul tempo della commissione. “Il tempo dipenderà proprio dalle persone che rappresentano la commissione. – interviene – Sarà il presidente poi a definire”. Bruno Gabrielli (Pdl), che più volte ha sottolineato la volontà di presiedere la commissione, allora interviene: “Non ci dimentichiamo che la città di guarda. È una commissione più che di autorità deve acquistare autorevolezza; è il minimo che la presidenza debba essere data alla minoranza”.
Il sindaco Gaspari, dunque, ironizza sulla città che guarda, ma riconosce l’importanza di una risposta a questi dubbi che aleggiano intorno allo stadio. “La proposta che ho fatto è stata condivisa dalla maggioranza, non è il singolo consigliere che si muove è un piuttosto un gruppo. In risposta alla Emili, se avessimo dato indicazione sarebbe sembrato che avessimo voluto dare un percorso precostituito, incorrendo nella critica. Intanto la commissione dovrà essere messa nelle condizioni di lavorare al meglio. Se servono delle consulenze o audizioni (come previsto dal regolamento) sarà la commissione che sceglierà la forma, come anche sceglierà la forma pubblica o privata“. Chiaro è che chi assumerà la presidenza non deve partire con dei concetti; altrettanto chiaro – per il sindaco Gaspari – che la commissione avrà un termine, indicativamente entro la fine di questo anno presentando una prima relazione, poi spetterà alla commissione valutare se c’è bisogno di altro tempo per maggiori approfondimenti.
Tra i nomi proposti e votati per la maggioranza ci sono Evangelisti, Pasqualini, Morganti e Zocchi dal Partito Democratico, Laversa per i Socialisti-Verdi, Palma Del Zompo per l’Italia dei Valori e Bovara di Città Aperta di diritto; per la minoranza Pierluigi Tassotti (seppur ritenuto incompatibile dall’assise), Massimiani (Lista Gabrielli), Pellei (Udc), Calvaresi (Nuovo Polo) e Gambini (M5S). Dopo un’ora e tre quarti di discussione e votazione, nessuna data è emersa sulla prima riunione di commissione in cui si dovrà eleggere il presidente.