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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono stati i problemi della ristorazione e le ultime novità sulla normativa Bolkenstein, gli argomenti al centro dell’incontro andato in scena ieri a Roma tra i vertici dell’Arisap e l’europarlamentare Marco Scurria (Fratelli d’Italia). Durante la lunga riunione, il presidente dell’associazione picena Ferdinando Ciabattoni assieme al vice Luca Cantalamessa e il direttore Massimo Pompei hanno fatto un focus sulla situazione marchigiana, entrando nel vivo delle problematiche territoriali, dalle sagre selvagge alla concorrenza sleale per esempio.

Con l’onorevole Scurria, Ciabattoni ha parlato anche delle difficoltà di instaurare un dialogo fattivo con la politica locale che vede l’associazione fuori dai tavoli del turismo territoriale pur essendo l’unica realtà davvero propositiva nella zona. Questo ricordando anche come l’Arisap abbia contribuito a sollevare il problema del fermo biologico che penalizza non soltanto la ristorazione ma anche la pesca danneggiando in questo modo l’economia territoriale non soltanto della provincia di Ascoli Piceno. Nell’ambito dell’incontro è stato possibile discutere anche della vicenda Bolkestein, considerando che nell’associazione dei ristoratori conta tra i suoi iscritti anche concessionari balneari che a causa della direttiva europea rischiano di perdere, oltre al lavoro, anche tutti gli investimenti fatti.

L’onorevole, che a Bruxelles è uno dei parlamentari che segue da vicino proprio questa problematica, ha fornito alcune novità per le aste. “L’Europa non ha ufficialmente né bocciato né promosso la proroga – ha spiegato l’europarlamentare – ma credo che sul fatto che si arriverà al 2020, salvo colpi di scena, si possa essere tranquilli. Quello che è certo, però, è che oltre il 2020 non si andrà”. Con il direttore dell’Arisap Massimo Pompei, Scurria si è soffermato sulle possibili soluzioni al problema; è emerso che alcune strade percorribili per evitare le aste ci sono, ma non è assolutamente pensabile una modifica o un annullamento della Bolkenstein che, all’interno della Comunità Europea, viene considerata una colonna portante. Tutte le azioni, comunque, dovranno passare per una unione di intenti che, fino ad oggi, è mancata; sono troppe, infatti, le associazioni balneari che non riescono a dialogare tra loro frammentando così quella che dovrebbe essere un’unica voce.