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Il romanzo scritto da Oscar Sartarelli è una storia che si lascia leggere piacevolmente per la scrittura chiara e lineare. “Rosso Amore” è il titolo del libro che, in un binomio dolce al primo impatto e annunciatore di minaccia alla vista della copertina grafica, si rivela una vicenda scottante e accattivante che scorre veloce lungo le nemmeno duecento pagine. Il racconto è ambientato alla fine degli anni Ottanta a San Vittore di Genga, noto per la suggestiva cornice della Gola di Frasassi e delle grotte; un paese montano che, in questa storia, ha sentito l’eco delle Brigate Rosse e ha mostrato i limiti dell’uomo vinto dall’amore, dalla paura, dalle maldicenze e dalla vendetta.

Il protagonista è Alessandro; ormai maturo si rifugia a San Vittore di Genga, luogo caro al suo passato, per fuggire dal tempo che lo ha deluso e tradito. Betta, invece, è una giovane ragazza; non è difficile innamorarsi di lei, ma anche il suo trascorso non è stato sereno e ha lasciato in lei le cicatrici di un corpo violato. La storia e il paese ruotano attorno a loro tra confessioni, promesse e segreti; la minaccia però è sempre dietro l’angolo, anzi dietro le fronte “nei pressi della di Betta, a osservare, a spiare chissà che cosa…”.

Le misteriose vicende si infittiscono fino a quando su di loro “si stende la morte”, a detta di Riccardo Ceccarelli che scritto una nota al libro in cui vita e morte, solitudine e via d’uscita, amore e salvezza riassumono il cardini del romanzo e le contraddizioni della dimensione umana.