ANCONA – Dalla Giunta regionale la proposta di trasmettere all’Assemblea legislativa il quesito referendario attraverso il quale abrogare le disposizioni statali sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari sul territorio; l’approvazione si attenderebbe per il 30 settembre 2013 per il successivo passaggio alla Corte di Cassazione. I vari consiglieri dell’Ordine degli avvocati hanno avanzato una richiesta di intervento per evitare la soppressione del Tribunale di Camerino e la chiusura delle sedi distaccate.
La richiesta, presa in mano anche da altre regioni italiane, vorrebbe porre rimedio al contrasto creatosi secondo i principi di un’amministrazione, anche della giustizia, esercitata vicino ai cittadini ed evitando la concentrazione dei servizi. Quindi, per sopperire ai disagi delle zone di montagna e per sostenere le strutture nei luoghi di raccordo, la Regione condivide le esigenze dei territori e “ha deciso di proporre l’istanza di referendum abrogativo della legge nazionale di riorganizzazione degli uffici giudiziari ai sensi dell’art. 75 della Costituzione” – come si leggere nel comunicato stampa ufficiale. Particolare attenzione per la soppressione del Tribunale di Camerino e per l’ampia porzione di territori dell’entroterra montano che resterà priva di presidi di giustizia; anche se a seguito dell’incontro tra il sindaco sambenedettese Giovanni Gaspari e il presidente del Tribunale di Ascoli è emerso il disappunto sulla chiusura della sede distaccata di San Benedetto.
In riviera, infatti, è iniziato il trasferimento verso il Tribunale ascolano con l’auspico che “non duri all’infinito”, a detta di Gaspari. “Di fronte a una maggiore mole di lavoro rispetto ad Ascoli, con dati statistici alla mano, prendiamo atto della chiusura sambenedettese, – commenta Gaspari – nonostante le proteste e nonostante la posizione a raccordo delle città costiere”. Fino a primavera, intanto, rimarranno aperti gli uffici del Giudice di pace fino a quando non saranno pronti i locali nel capoluogo ascolano. Ma già si pensa al futuro uso della struttura; accantonata la proposta del quartiere Marina di sotto per la realizzazione di un polo culturale, gli uffici comunali stanno già lavorando alla conversione e conseguente adeguamento del Palazzo di Giustizia nella futura scuola Curzi che potrebbe suonare la prima campanella nel 2015.