La spending review è la motivazione principale della necessità del blocco delle visite fiscali. A maggio è scattato l’allarme lanciato dal sindacato Fimmg Inps e si minacciava il licenziamento di più di mille medici. Il motivo va ricercato nelle spese delle visite fiscali che in totale superano il 50% di quelle totali. Per le casse pubbliche le spese si ridurrebbero e si potrebbe risollevare la situazione Inps, con i conti in rosso. Qualora si verificasse un aumento apparentemente impercettibile dello 0,1% di assenze per malattia, questo porterebbe le casse dell’Inps ad una perdita di circa 100 milioni.
“L’Istituto – ha dichiarato Alfredo Petrone, coordinatore nazionale di Fimmg Inps – ha deciso la temporanea sospensione delle visite mediche di controllo disposte d’ufficio. Si tratta di un provvedimento preso senza alcun preavviso e rispetto al quale esprimiamo forte dissenso. In poche settimane verificheremo un importante aumento delle assenze per malattia e quindi una spesa ben superiore rispetto a quanto l’Istituto investe in un anno per le visite mediche di controllo d’ufficio. Per questo motivo chiederemo un incontro urgente con la dirigenza dell’Inps e con il ministro del Lavoro, riservandoci di informare anche la Corte dei conti di ciò che si profila come un errore perfetto”. Il 19 giugno invece si cambia idea: i controlli si riprendono nonostante ci sia un calo di oltre il 90%. Le percentuali parlano chiaro perché se nel 2012 le visite sono state 900 mila, nel 2013 sono 70 mila.