ASCOLI PICENO – Sono oltre nove milioni le persone che vivono l’emergenza occupazionale. Secondo i numeri del periodico rapporto di ricerca “Gli effetti della crisi sul lavoro in Italia” i dati relativi al primo e secondo trimestre determinano come la crisi del lavoro sia continuamente alimentata da disoccupati, scoraggiati e cassaintegrati, attestando 5 milioni e 4 mila persone a cui si aggiungono 4 milioni e 113 mila unità di precari e part-time involontari in costante crescita dal 2007.
Sul piano regionale, sempre più grave l’emergenza lavoro nelle Marche. I dati Istat elaborati dall’Ires-Cgil Marche relativi al secondo trimestre del 2013 stimano un -2,3% di occupati e il 10,9% di disoccupati; sono, infatti, 26 mila i posti di lavoro persi in un anno e 78 mila coloro che stanno ancora cercando lavoro. Il quadro allarmante si aggrava di fronte ai numeri stilati nel secondo trimestre 2013. Nella regione Marche durante “il periodo aprile-giugno il numero degli occupati è pari a 633 mila unità, ovvero 26 mila in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; un calo che interessa sia il lavoro dipendente che quello autonomo. – come si legge nella nota diramata – L’alto prezzo della crisi viene pagato sia dagli uomini, con 17 mila posti di lavoro persi (-4,5%) che dalle donne con 9 mila lavoratrici in meno (-3,8%)”.
Le Marche sono, dunque, una delle regioni con maggiore difficoltà occupazionale confermando il livello del 12,7% del primo trimestre per la disoccupazione femminile e il 9,5% per quella maschile, a cui si aggiungono coloro che hanno perso un primo mestiere e i giovani under 24 toccando il 28,6%. “Questi dati sono impressionanti soprattutto se associati all’enorme incremento delle richieste di cassa integrazione registrato sin dai primi mesi dell’anno – dichiarano Daniela Barbaresi e Marco Manzotti della segreteria della Cgil Marche – Peraltro, ci preme sottolineare l’assoluta inadeguatezza degli stanziamenti per gli ammortizzatori in deroga che lasciano troppi lavoratori nell’incertezza e a rischio di perdere il posto di lavoro o restare privi di ogni sostegno al reddito”.
La pessima situazione che si registra nel 2013 dall’ambito nazionale al regionale si ripercuote nel Piceno che cade vittima della crisi dei settori, dall’industriale alla piccola impresa. Il tema del lavoro, infatti, è un argomento scottante per la comunità e la politica; tra recessioni, prospettive future e start up, attualmente c’è solo l’intento di unire le forze per far fronte alla debolezza territoriale.