Per chi ama incontrarsi, passare del tempo in compagnia degli amici in un ambiente piccolo ma accogliente, assaporando il gusto di una birra di qualità: questa è La Birretta. Situato nel pieno centro di Ascoli Piceno, in via dei Sabini, il locale di Giorgio Meletti ha saputo evolversi, nei suoi due anni di vita, in forme che andassero sempre più incontro ai gusti della gente, riscontrando quasi da subito il favore degli ascolani, ma non solo.
La Birretta, per le sue caratteristiche, si è andata a delineare come una realtà del comune piceno unica nel suo genere: merito dell’alta qualità del prodotto offerto, la birra, o dell’ambiente friendly che si trova dietro al bancone, dovuto anche alla simpatia di Valerio Ciccanti e Francesco Marozzi (tra l’altro uno dei fotografi del locale). Un posto, insomma, che non si può proprio evitare di visitare e nel quale si vorrà sicuramente tornare, specie se il giovane proprietario indovinerà la birra giusta per voi solo tramite qualche domanda.
Giorgio, com’è nata l’idea di aprire un locale del genere? “Per passione. Sono sempre stato appassionato di birra, fin da ragazzino. I viaggi che ho fatto in Europa mi hanno fatto conoscere diverse realtà di produzione della birra, e le birre più famose che trovavo in commercio non soddisfacevano appieno le mie esigenze. L’Olanda, la Francia, l’Inghilterra e soprattutto il Belgio (dove c’è la tradizione più antica) sono i Paesi fondatori di questa bevanda. Lì puoi trovare molte birre che qui in Italia non sono presenti”.
Qual è stata l’evoluzione del tuo locale? “La Birretta è nata nel 2011 come beer shop: vendevo solo bottiglie di birra, di tutte le forme e specie. Piano piano che la gente ha iniziato ad apprezzare, il discorso è cambiato. Dopo otto mesi dall’apertura ho iniziato a fare anche lavoro di mescita. Le persone capiscono il livello delle birre che offro, la loro qualità, le apprezzano e sentono i sapori molto diversi dalle solite birre in commercio. Gradualmente c’è stato un riscontro sempre più positivo da parte del pubblico, ma tutto senza pubblicità: ho interagito con le persone tramite internet. Poi se la gente è curiosa viene da sola a vedere”.
Cosa ha di diverso il tuo locale rispetto ad altri simili? “Qui io vendo solo birra. Ho solo questo, ma offro un prodotto di alta qualità. Non ho menù qui nel locale: interagisco direttamente con le persone per capire che birra vogliono. Spiego loro i diversi tipi di birra, perché se si dialoga aumenta anche la curiosità. Noi non vendiamo sempre le stesse tipologie: le birre cambiano durante l’anno, anche tra inverno e estate se ne trovano di diverse”.
Recentemente siete stati all’ambasciata belga a Roma. Come mai? “Per ricevere la targa Chimay, una birra belga che viene spillata solo in 57 locali nel mondo, di cui 50 solo in Italia. Sapevo di questa nuova birra, mi sono mosso tramite fornitori e siamo riusciti ad ottenere questa targa”.
Adesso il locale è chiuso per dei lavori in corso. Perché lo state rinnovando? “Credo che le cose vadano fatte piano piano: vedi come va, se la gente risponde positivamente, e allora si parte con le migliorie. Ben venga l’evoluzione e il rinnovamento. Resteremo chiusi fino al 3 settembre anche per cambiare l’arredamento, e lo stiamo facendo grazie a dei miei amici”.
A proposito: con La Birretta collaborano molti artisti locali. Chi sono? “Siamo un gruppo di amici in realtà, quasi una famiglia. Ce ne sono molti: Davide Scarpantonio, un designer che si è occupato della vetrina e ha fatto anche da dj; Cristiano Nepi, un artista e tatuatore che ha aiutato nell’arredamento, così come Tilt e Giulia Marozzi; Hermetic 7, che ha curato il merchandising; Andrea Tarli, un artista che si è occupato di rifare il bancone; Riccardo Tosti, il fotografo del locale; gli Sbagliato, un gruppo di artisti della street art che è contro le barriere architettoniche e per il locale ha fatto un’installazione con foglie di carta. Ma ce ne sono ancora altri. E poi i Fog Prison, il gruppo musicale di Ascoli Piceno per il quale ho contribuito a produrre il cd: apprezzo la loro musica, sono miei amici, e ho voluto dare loro una possibilità”.
La tua intenzione è quella di restare ad Ascoli o di spostarti? “Io voglio restare. Cercherò di portare sempre cose nuove, sia a livello del locale che delle birre. E poi tramite il sito è possibile informarsi sul franchising: magari c’è qualcuno che vuole aprire un’altra Birretta altrove. Si vedrà strada facendo”!
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