SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’Associazione Ristoratori del Piceno (Arisap) appoggia in pieno la protesta dei pescatori contro il fermo biologico e si associa alle critiche espresse dall’assessore alle politiche del mare Fabio Urbinati sulle metodologie del provvedimento. Il settore ristorativo, in particolar modo quello più a ridosso della costa, è da anni fortemente penalizzato da un provvedimento accettabile e accettato soltanto perché da sempre annunciato come strumento di tutela della fauna e dei fondali marini.
“Negli ultimi anni però – afferma il presidente dell’associazione Ferdinando Ciabattoni – sembra essere venuta fuori un’altra realtà e questo cambia radicalmente l’intera situazione”. Studi scientifici hanno infatti provato che lo stop di un mese, nel periodo di agosto, serve a poco o a nulla nell’ottica della salvaguardia delle specie ittiche e della pesca. “Viene fuori, insomma, che i ristoranti devono rinunciare al pesce fresco nostrano, nel mese più turistico dell’anno, senza un motivo vero e proprio”, continua. Insomma al lungo elenco delle realtà contrarie all’attuale forma di fermo biologico, si aggiungono ora anche i ristoratori.
Il problema è elementare: mettere uno stop al reperimento del pesce bianco significa costringere i ristoranti a rivolgersi altrove per il reperimento del prodotto e non poter garantire, sulla proprie tavole, il prodotto fresco nostrano nell’unico mese in cui il movimento turistico dà un importante contributo al settore.”Ci troviamo così a dover dire ai nostri clienti che il rinomato pesce fresco dell’Adriatico noi non lo abbiamo. – aggiunge il vice presidente dell’associazione Luca Cantalamessa – È evidentemente un controsenso tanto più che il Tirreno, da sempre, si ferma al termine della stagione turistica e che la comunità scientifica ha confermato che il fermo ad agosto rappresenti meno di un palliativo. Di certo, stando agli studi effettuati da biologi ed esperti, non rappresenta in alcun modo una cura al depauperamento della risorsa ittica”.
L’associazione ha così espresso solidarietà alla marineria sambenedettese che è tornata, proprio in questi giorni, a sottolineare la necessità di cambiare la tipologia di fermo biologico. “Così inteso e portato avanti – affermano Ciabattoni e Cantalamessa – per i marittimi rappresenta un grave problema lavorativo, per i ristoratori l’ennesima penalizzazione dell’offerta turistica territoriale”.